Magaldi cita Pietro Piccoli, di area "rooseveltiana", attualmente leader dei giovani leghisti di Brescia. Sarebbe stato dissuaso dall'avvicinarsi alla massoneria, pena l'esclusione dal partito. "Avverto gli amici leghisti: se non si affrettano a rimuovere questo ipocrita divieto – dice Magaldi – rivelerò l'identità massonica di tanti leghisti, alcuni dei quali iscritti a logge non italiane, proprio per aggirare il problema". Insiste Magaldi: "Trovo vergognoso che dai militanti si pretendano comportamenti che invece sono tranquillamente disattesi da altri esponenti dello stesso partito". Aggiunge il presidente del Movimento Roosevelt: "La Lega Nord di Bossi e Maroni era ancora più ipocrita: di giorno tuonava contro la massoneria e la sera faceva riunioni con Licio Gelli per parlare di progetti infrastrutturali al Sud".
Per Magaldi, la massonofobia italiana è indice di fragilità politica: "Chi è debole, senza una ideologia solida, teme i massoni perché presume che abbiano una identità forte e quindi possano esercitare un predominio". Errore: "Le attuali obbedienze massoniche italiane sono piene di "peones" confusi e innocui". Semmai, la massoneria che conta – come lo stesso Magaldi ha spiegato nel saggio "Massoni", uscito nel 2014 per Chiarelettere – è quella che condiziona i vertici delle istituzioni, affollati di "massoni d'alto rango". Pessima idea, fingere di non saperlo: 5 Stelle e Lega, in questo modo, prendono in giro i loro elettori e i loro militanti. Non per sempre, però: "La discriminazione verso i massoni è incostituzionale", ribadisce Magaldi, che annuncia un'imminente operazione-trasparenza per segnalare i massoni "occulti" che militano tra i gialloverdi, veri e propri "campioni d'ipocrisia".
UFFICIO STAMPA MOVIMENTO ROOSEVELT (www.movimentoroosevelt.com)
Alessio Altieri
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(Articolo del 15 marzo 2019)