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Patrizia Scanu, segretaria del Movimento Roosevelt: il governo Conte fermi il piano di Lombardia e Veneto (più l'Emilia) per rompere l'unità nazionale nell'istruzione, con dirigenti scolastici di nomina politica e programmi differenziati, per ricchi e per poveri.

"Fermate il folle progetto di regionalizzazione della scuola: se lo leggessero, i padri costituenti si rivolterebbero nella tomba". Patrizia Scanu, segretaria generale del Movimento Roosevelt, lancia un appello al governo gialloverde: "Fin che siete in tempo, fermate il disegno varato dall'esecutivo Gentiloni per le Regioni Lombardia e Veneto, più l'Emilia Romagna in misura minore". Cosa cambierebbe? Dirigenti di nomina regionale, cioè politica, per gestire programmi localmente differenziati. Rischio altissimo: "Scuole ricche e scuole povere, studenti di serie A e studenti di serie B". Un altro passo verso la scuola-azienda, di stampo neoliberista, inaugurata dalla riforma Gelmini. Risultato: meno cultura e ragazzi sempre più indifesi di fronte all'ideologia mercantile dominante, rassegnati ad accettare un lavoro degradante e sottopagato. "Come sempre avvienescrive Patrizia Scanu, sul blog del Movimento Rooseveltla polpetta avvelenata viene cosparsa di zucchero, facendo balenare ai docenti (ormai sulla soglia della povertà, con lo stipendio fermo da 10 anni) un modesto aumento nella busta paga".

Il Movimento Roosevelt si unisce a sindacati e associazioni di categoria, già sul piede di guerra. Patrizia Scanu invita Lega e Movimento 5 Stelle a bloccare la cosiddetta "autonomia differenziata": una riforma "devastante, per la scuola pubblica, sfigurata negli ultimi vent'anni dalla perversa torsione neoliberista". In base alla Costituzione (articoli 3, 33 e 34), la scuola dovrebbe garantire a tutti lo stesso livello di formazione. "Regionalizzarla – aggiunge Patrizia Scanu – mette in discussione l'unitarietà dell'istruzione nel paese e genera un sistema scolastico differenziato che riproduce le disuguaglianze, anziché colmarle". In questo caso, in Lombardia e Veneto i dirigenti scolastici sarebbero di nomina regionale, e i docenti – se volessero il modesto aumento di stipendio promesso (forse solo temporaneo) – diverrebbero dipendenti regionali, non più statali. Vistoso problema politico: "Le scuole saranno più strettamente controllate dalle maggioranze politiche regionali, cosa che potrebbe limitare la libertà di insegnamento dei docenti". Esempio: comparirebbero "materie non previste dagli ordinamenti nazionali". Non solo: potrebbero saltare normative nazionali come quelle in materia di disabilità: "E' già successo nella provincia autonoma di Trento, dove gli "assistenti alle autonomie" – non qualificati per insegnare – hanno preso il posto dei docenti di sostegno, per tagliare i costi".

A proposito: come verranno selezionati, i dirigenti di nomina regionale? A chi risponderanno? Chi li controllerà? E poi: come si giustifica la differenza di accesso, di nomina e di carriera fra docenti e dirigenti di Regioni diverse, alcuni dipendenti dallo Stato e altri dalle Regioni? "Regionalizzare la scuola – insiste Patrizia Scanu – è un'ulteriore modalità per depotenziarla e indebolirne le fondamenta democratiche", in piena continuità con le politiche neoliberiste che hanno ispirato le pseudo-riforme degli ultimi vent'anni, spesso dettate da potenti think-tank come l'Ert, European Roundtable of Industrialists. "In questa direzione vanno le misure previste dalla "Buona Scuola" di Renzi, che ha imposto i test Invalsi e introdotto la valutazione degli studenti da parte delle aziende attraverso l'alternanza scuola-lavoro". L'accordo con Veneto e Lombardia assegna alle Regioni anche la valutazione dei docenti, "e questo rappresenta un pessimo segnale rispetto all'autonomia della funzione docente, prevista dalla Costituzione". Un caos normativo destinato a generare diseguaglianze tra ricchi e poveri, "cosa tanto più odiosa – conclude Patrizia Scanu – quanto più lontana dallo spirito della Costituzione e tanto più vicina all'interesse di chi, anche al di fuori del nostro paese, vuole indebolirne l'integrità e la tenuta democratica".


UFFICIO STAMPA MOVIMENTO ROOSEVELT (www.movimentoroosevelt.com)
Alessio Altieri
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(Articolo del 3 marzo 2019)