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Afferma Gioele Magaldi: «Talvolta i Diritti o si esportano o nessuno li importa... e a nessuno importa che siano difesi e promossi».

La straordinaria frase di cui sopra di Gioele Magaldi mi ha spinto a cercare di ricostruire nel miglior modo possibile il suo importante pensiero a proposito dei Diritti (e non solo). Pensiero scaturito sulla base di risposte date ad alcuni lettori.

Parto dai concetti “apolitia” e “cosmopolitismo”.

Scrive Magaldi: «I gruppi massonici neoaristocratici e reazionari sono apolidi, cioè si sentono slegati da qualsivoglia patria o senso patriottico. Viceversa, i massoni progressisti sono cosmopoliti: si sento cittadini del Mondo e, per essi, la “patria” è qualunque luogo in cui sia giusto combattere contro la tirannide, l'ingiustizia, il sopruso ai danni dei più deboli; qualunque luogo dove occorra battersi per difendere e promuovere libertà, democrazia e Diritti universali inconculcabili per tutti e per ciascuno. Io mi sento fieramente italiano, europeo, filo-statunitense (gli USA sono stati la prima Repubblica democratico-liberale e costituzionale al Mondo, platealmente costruita secondo principi massonici progressisti) e cosmopolita, a favore di una Globalizzazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Secondo me i Diritti Universali sono Diritti Universali, a prescindere. Devono essere validi ovunque e sempre, in omaggio alla dignità umana in quanto tale.

Secondo altri, tali diritti (con la “d” minuscola) possono variare... da cultura a cultura e da popolo a popolo... Eh no, non condivido affatto. Perciò io dico SI al multiculturalismo tollerante, sincretistico e inclusivo nel nome di precisi landmarks laici, democratici e liberali. SI al rispetto dell'inviolabilità personale, della libertà, dell'uguaglianza, del diritto alla dignità e alla felicità per ogni essere umano (a prescindere dal sesso, dall'orientamento sessuale, dalla religione, dalle propensioni filosofiche e culturali e dai comportamenti sociali, eccetera). E dico NO al multiculturalismo assoluto secondo cui, in Occidente, stato di diritto, democrazia, libertà e diritti dell'individuo sarebbero sacrosanti, mentre altrove costituirebbero solo un optional... subordinato al piacere e all'arbitrio di questa o quella aristocrazia ierocratica o profana al potere... NO alla pretesa che nessuno debba intervenire dall'esterno a cambiare le cose là dove i Diritti Umani siano violati. Dunque, io dico SI anche all'intervento armato da parte di una “internazionale democratico-progressista dei popoli e delle nazioni”. SI ad una “Organizzazione mondiale delle democrazie” (altro che ONU...) operativa anche (ma non solo) militarmente in ogni angolo del globo, per “esportare, promuovere, difendere e consolidare” davvero libertà, fratellanza, uguaglianza, sovranità popolare, stato di diritto e tutte quelle condizioni che consentano a popolazioni oggi martoriate e abbrutite nella miseria, nello sfruttamento e nell'ignoranza coatta di accedere alla felicità materiale, morale e spirituale. Mi ripugna l'idea che, se degli esseri umani come me, al di là del fatto che siano nati sotto diversi cieli del pianeta, sono oppressi dalla tirannia materiale e spirituale, io/noi democratici occidentali o cosmopoliti non dovremmo intervenire... Non dovremmo intervenire per “rispetto” verso chi o cosa? Verso la sovranità e le tradizioni di tale o tal altra nazione? Verso una sovranità “tradizionale” esercitata da chi? Dai popoli di straccioni tenuti nel fango e nell'indigenza/ignoranza da minoranze ricchissime, prepotenti e dispotiche? A guardar meglio, la sovranità, in moltissimi paesi del Mondo, è esercitata da queste stesse minoranze ciniche e corrotte, con stile ferocemente liberticida e antidemocratico, in nome di Dio o di qualche mitra spianato...

Naturalmente, una cosa è intervenire per esportare davvero democrazia, libertà e Diritti Universali, altra cosa è farsi scudo della retorica democratica e liberale per armare il grande business della guerra e sfruttare risorse economiche di popoli che si intende solo “colonizzare”, “neo-colonizzare” o “ri-colonizzare”».

A proposito degli Stati Uniti, l’Italia, il ruolo storico degli Stati Uniti in Italia e nel Mondo ed il concetto Globalizzazione applicato all’esportazione della Democrazia e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani…

«Direi proprio che il discorso fatto per gli USA non può minimamente essere fatto per l'Italia. L'Italia, anzi il popolo italiano, che ha vissuto la sua ultima stagione eroica in epoca risorgimentale, ha dal 1922/23 all'inizio degli anni Quaranta, in larghissima parte, sostenuto un regime liberticida, antidemocratico e infame (si vedano le leggi razziali) come quello fascista. E dall'Italia, la peste fascista si è diffusa in tutta Europa e nel Mondo (dalla Germania, alla Spagna, al Giappone, all'America Latina, eccetera). L'Italia, alla fine della Seconda Guerra mondiale, era un Paese in macerie. Italia ed Europa, martoriate dalla peste fascio-nazista da un lato, da quella stalinista dall'altro, senza il Piano Marshall e poi reiterati aiuti statunitensi (che ebbero anche il loro tornaconto egemonico, in questo, ciò è indubbio), non avrebbero mai raggiunto quella vita pacifica e prospera di cui tutti siamo nostalgici, a partire dalle crisi politico-economiche degli ultimi anni. La stessa Costituzione italiana (1947-48) è ricalcata (pur essendo meno avanzata, su certi punti e fatte le debite proporzioni storiche) su quella distillata dai massoni progressisti Mazzini, Armellini, Saffi ed altri durante l'esperienza breve ma gloriosissima della (massonica) Repubblica romana del 1849. E la Costituzione (massonico-progressista) della Repubblica romana del 1849 è a sua volta debitrice, avendola portata a ulteriore perfezionamento, di quella statunitense del 1787, antesignana di tutte le elaborazioni costituzionali dei secoli successivi.

Il problema non è ciò che accomuna gli Stati Uniti a tutte le altre nazioni del Mondo. Tutti i popoli hanno fatto guerre e commesso crimini atroci. Gli americani? Si, al pari dei cinesi, dei russi, dei giapponesi, dei tedeschi, degli italiani, dei turchi, degli arabi, eccetera. Il punto è ciò che differenzia gli USA dal resto delle altre comunità planetarie. Negli USA, grazie ad avanguardie massoniche progressiste, tra 1776 e 1787, mentre nel resto del Mondo regnavano monarchi autocratici e aristocrazie del sangue e/o ierocrazie ecclesiastiche su masse sterminate di sudditi cenciosi, si andava affermando per la prima volta nella millenaria storia delle civiltà umane una Repubblica fondata su una Costituzione scritta e sulla sovranità popolare di cittadini, considerati come uomini liberi e non più sudditi per grazia di Dio di qualche monarca o ierofante. Negli USA, nella sua Costituzione settecentesca (intrinsecamente massonico-progressista), si andavano affermando per la prima volta, con strabiliante modernità, i principi di laica distinzione tra Stato e confessioni ecclesiali e quelli della tolleranza, della libertà di coscienza, pensiero ed espressione critica di questo pensiero. Sarà sempre negli USA che, a seguito di una guerra sanguinosa, verrà abolita la schiavitù dei neri e che le prime persone di colore potranno accedere al Congresso, al Parlamento della nazione. Sarà negli USA che si affermerà il New Deal rooseveltiano di ispirazione keynesiana. Sarà un manipolo di massoni progressisti statunitensi riuniti intorno al Fratello Franklin Delano Roosevelt a decidere di intervenire, in Europa e nel Mondo, per sconfiggere la peste fascio-nazista, supportata da élites latomistiche reazionarie che avevano anche addentellati americani, certo, per lo più riuniti nell' “America First Committee” (potente gruppo di pressione che non voleva assolutamente che gli Usa combattessero contro Hitler). E ancora da una cittadina americana d'eccezione (definita la “Madre d'America”, talora, talaltra anche “del Mondo”), Eleonor Roosevelt, anch'ella libera muratrice progressista, verrà l'impulso fondamentale per la scrittura e l'approvazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (sancita all'ONU il 10 dicembre del 1948). E sarà sempre dagli USA che si diffonderà nel Mondo l'ultimo grande lascito della tradizione massonica autenticamente e radicalmente democratica, progressista, libertaria ed egualitaria, attentissima alla giustizia e alla promozione sociale per gli “ultimi”, i più deboli. Mi riferisco alla New Frontier, elaborata da Arthur Meier Schlesinger Jr. ed altri e promossa e implementata da soggetti del calibro di John Fitzgerald Kennedy, Robert Kennedy, Martin Luther King, eccetera. Ecco perché io mi proclamo fieramente filo-statunitense e filo-americano. Ciò, avendo denunciato nel mio libro MASSONI anche tutte le scelleratezze compiute da Governi ed eserciti statunitensi contingentemente “ostaggio” di reti massoniche neoaristocratiche e antidemocratiche sovranazionali. W i valori autenticamente statunitensi (a partire dalla Costituzione del 1787 e poi da tutta una serie di importanti approfondimenti giuridici, declinati mediante una miriade di benemeriti emendamenti) e abbasso l'illiberale Patriot Act voluto dal clan Bush incardinato nella Ur-Lodge “Hathor Pentalpha” e ancora abbasso tutte quelle forze oscure e contro-iniziatiche che si servono delle istituzioni USA a svantaggio dello stesso popolo americano e in tradimento dei nobili principi che, dal 1776 (Dichiarazione d'Indipendenza), in poi, grazie a delle avanguardie massoniche progressiste internazionali e cosmopolite, si sono diffusi in tutto l'orbe terracqueo.

Io rivendico non già una superiorità etnica o culturale in astratto dell'Occidente. Ad esempio, in tutte e tre le religioni monoteistiche (Ebraismo, Cristianesimo, Islam) e nelle società da esse condizionate/controllate in circostanze storiche in cui non c'era una distinzione laica tra potere spirituale e potere temporale sottratto al diritto divino e dato alla sovranità del Popolo, ha predominato per secoli una visione paternalista, maschilista e misogina. Le donne, in queste tradizioni religiose (e nelle formazioni sociali da esse dominate, sinché qualcuno non ha combattuto e vinto la sfida della laicità... cioè i massoni progressisti), sono concepite, raccontate e trattate come “esseri inferiori”. Non parliamo poi dei “diversi”, degli “eretici”, sia per quel che riguarda il pensiero che gli orientamenti sessuali, culturali, sociali, eccetera. Ora, in Occidente, dal XVIII secolo in poi - dopo secoli di “preparazioni” e fino alla grande conquista delle Dichiarazioni varie dei diritti dell'Uomo e del cittadino culminate con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, è stata introdotta appunto la democrazia, la libertà, la laicità delle Istituzioni pubbliche, lo stato di diritto. Dal mio punto di vista, ritenere un essere umano cittadino e non suddito, è meglio. Ritenere gli uomini paritetici alle donne e trattarle come tali, è meglio. Rispettare la libertà di pensiero, coscienza, religione, espressione, satira, dissenso, ricerca scientifica, è meglio. Riconoscere il potere nel Popolo Sovrano invece che in qualche dittatura di pochi, fondata su ragioni sacre o umanissime, è meglio. Perciò, per quanto mi riguarda, in ogni luogo del pianeta in cui - in nome di presunte tradizioni particolari - si attenta ai Diritti (per me inconculcabili) alla libertà, all'uguaglianza, alla fratellanza paritetica e al diritto di essere cittadini e non sudditi, per tutti gli esseri umani, ebbene io li interverrei con le armi. Non per “fingere” di portare la democrazia, s'intende (come è stato fatto nei primi anni Duemila sotto l'egida della Ur-Lodge Hathor-Pentalpha), ma per portarla davvero, insieme alla libertà e ad infrastrutture materiali e immateriali in grado di garantire prosperità diffusa, giustizia sociale, opportunità concreta di vivere una vita degna di essere vissuta.

Tra XVIII e nel XX secolo, in Occidente, vi furono rivoluzioni costituzionali (in senso dapprima liberale e poi sempre un po' più democratico) esportate da vere e proprie “internazionali progressiste” che combatterono non solo per la libertà dalla tirannia della propria patria, ma anche in favore di quella altrui. Polacchi, ungheresi, francesi, britannici, statunitensi, eccetera, che vennero a combattere per il Risorgimento italiano. Italiani che combatterono accanto a patrioti democratici e liberali ungheresi, polacchi e tedeschi. Tedeschi che andarono a combattere la Guerra di Secessione negli USA, e cosi via. Nel XX secolo, se il Governo USA guidato da Franklin Delano Roosevelt avesse dato retto alle potenti lobby massoniche reazionarie filo-fasciste e filo-naziste che animavano l' “America First Commitee” e che non volevano l'intervento statunitense contro Hitler, Mussolini & Company, oggi vivremmo in una Europa con i fasci, le svastiche e magari la falce e il martello di una Unione Sovietica che sarebbe sopravvissuta al passaggio del nuovo secolo... Come possono farcela da soli, a ribellarsi, quei popoli che sono tenuti sotto il tallone di ferro di oligarchie teocratiche o militari in tanti angoli del Mondo? Come, se non hanno né istruzione, né coscienza civica, né mezzi materiali per ribellarsi a chi li sfrutta e manipola quotidianamente, in combutta con cenacoli occidentali e/o apolidi cinici e infami, che di certe tirannie medio-orientali e non solo sono gli sponsor e i fiancheggiatori? E quante donne o “diversi” (per stile di pensiero, orientamento sociale, sessuale, culturale, artistico, eccetera) devono ancora subire vessazioni, torture, mutilazioni e morte prima che qualcuno, da queste parti, si indigni e accorra in loro soccorso, in luogo di trincerarsi dietro il principio “che i popoli non occidentali devono fare da soli il proprio percorso”. Io morirei (e magari morirò, prima o poi, tanto quello che conta non è “quanto” si vive... ma “come” si vive e “per che cosa” si vive o si muore) per difendere il mio e l'altrui diritto alla democrazia, alla libertà, alla felicità e alla dignità. Io morirei per difendere i Diritti Universali di tutti e di ciascuno. E lotto quotidianamente per questo, per convincere altri a lottare insieme a me su questo. Con “la penna e la spada”, come viene detto in un certo grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato... Ad altri basta frignare sui propri, di diritti conculcati, senza curarsi di quelli altrui. A me viene in mente la geniale intuizione del massone Voltaire, sul fatto che la LIBERTA' che dobbiamo difendere è soprattutto quella degli ALTRI, non la nostra... (altra perla, insieme a quella classica che viene richiamata a proposito di battersi persino per il diritto altrui di dire sciocchezze). A me interessa globalizzare la Democrazia e i Diritti Universali dell'Uomo».

A proposito di una intervista di Carlo Passera a Massimo Fini ed in risposta ad un lettore…

«È emblematica di un grande malinteso che, probabilmente, sussiste ancora presso alcuni (pochi, per fortuna) soci rooseveltiani. Non c'è alcuna possibile affinità ideologica tra la Weltanschauung di chi voglia difendere, promuovere e globalizzare la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la prospettiva ideologica di un Massimo Fini, personaggio per il quale io (e non solo io, tra gli ideatori del Movimento Roosevelt) non nutro alcuna stima e simpatia. Hai però ragione sul fatto che questo dibattito sia molto interessante e mi offri l'occasione di intervenire a commentare i pensieri per me detestabili del suddetto personaggio, protagonista di quella (per me esecrabile) intervista. Una intervista in cui Massimo Fini ha persino l'impudenza di sostenere che l'infibulazione, un atto orrendo (maschilista e misogino) contro la possibilità del “piacere sessuale” femminile, sia da “rispettare” se praticata presso culture e tradizioni diverse da quelle occidentali. E dunque tolleriamo anche la discriminazione, la tortura o la prigionia per i “diversi” e i “dissidenti”, la condizione di inferiorità giuridica delle donne, lo sfruttamento di masse di esseri umani in nome di Dio o di più prosaiche tradizioni oligarchiche “profane”. Bè, questa prospettiva, che è la prospettiva di Massimo Fini da te citato e proposto come “maitre à penser” autorevole (in grado di suggerire con autorevolezza quanto possa essere pericoloso “esportare i diritti” per gli stessi obiettivi che ci si pone), non è certo la prospettiva delineata da Eleonor Roosevelt e dagli altri estensori della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. E non è e non sarà mai, finché io avrò vita e forze, la prospettiva del Movimento Roosevelt».

Concludo questo intervento riportando ancora una volta la stessa straordinaria frase che avevo inserito come apertura di questa ricostruzione incentrata sugli Stati Uniti, l’Italia, il ruolo storico degli Stati Uniti in Italia e nel Mondo ed il concetto Globalizzazione applicato all’esportazione della Democrazia e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani:

 

«Talvolta i Diritti o si esportano o nessuno li importa... e a nessuno importa che siano difesi e promossi».

Vincenzo Bellisario

(Articolo del 3 dicembre 2015)

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