Tutti gli articoli

Ho appena visto su Sky un documentario, assai ben realizzato, su Ettore Majorana. Lo stesso però essenzialmente si limita a riprendere le varie versioni che si sono susseguite negli anni, avendo comunque il grande merito di sfatare molte imprecisioni e banalità che si sentono su colui che non era affatto un "timido e folle" genio.

Ettore MajoranaNell'opera però non si parla di una cosa che è pubblica ma di cui si sente assai poco, e che posso, in minima parte, raccontare direttamente.

Il mio Professore di Fisica presso l'Accademia Aeronautica, Elio Tartaglione, fu interrogato in un momento di pausa da noi studenti su alcune cose, fra cui i "mitici professori" e figure passate alla storia, Renato Caccioppoli ed Ettore Majorana.

Sull'eccentrico matematico napoletano nipote di Bakunin, ritratto nel bel film "Morte di un matematico Napoletano", lui (ed altri) ricordavano soprattutto la scarsa igiene personale!

Invece su Majorana fece -se ricordo bene eravamo in due o tre ad ascoltarlo nel laboratorio di fisica al primo piano dell'istituto- un discorso strano, lasciandoci intendere molto chiaramente che non fosse morto, pur facendo molta attenzione a non dirlo esplicitamente. Eravamo nella primavera del 1992.

Tartaglione non era certo un testimone qualsiasi, egli fu per lunghissimo tempo assistente di Antonio Carrelli, il direttore dell'Istituto di Fisica a Napoli, confidente di Majorana e colui a cui il fisico siciliano indirizzò il famoso telegramma e la lettera da Palermo.

Ebbene Tartaglione (che per altro ebbe un ruolo nel ricostruire la ricomparsa degli appunti delle lezioni di Majorana), successivamente dichiarò a Repubblica «Un giorno dopo la lezione Carrelli mi condusse nel convento di San Gregorio Armeno, e mi rivelò, indicandomi una finestra, che in una di quelle celle Majorana praticava gli esercizi spirituali».

Il Professor Bruno Preziosi raccolse personalmente le confidenze di Tartaglione, e ha dichiarato che, in dettaglio, Carrelli indico al suo assistente il convento di clausura femminile, ed alla domanda di Tartaglione "Ma allora è ancora vivo?" Rispose "Ritorniamo all'istituto che abbiamo da fare". Preziosi narra pure che Tartaglione scrisse tutto al Rettore Fulvio Tessitore, e che il Tessitore avrebbe poi chiesto al suo amico personale Arcivescovo di Napoli Giordano se avesse notizie del fisico in un suo convento, ricevendo da questi la risposta che la domanda era "irricevibile"...

Non traggo conclusioni (ciò che penso è però ovvio), ma aggiungo che di Elio Tartaglione, come potrà testimoniare chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerlo, è semplicemente impossibile dubitare.