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Il Socialismo ha rappresentato l’ideologia umanista per eccellenza, anche se oggi tale ideologia sembra essersi trasformata in un carrozzone carico di buoni propositi, ma di fatto irrealizzabili. Oggi esistono due Sinistre: una sinistra-borghese disincantata che ha subordinato l’ideologia “progressista-illuminista” al pensiero liberista e ad una astratta morale liquida e una sinistra- popolare, radicata ad una narrazione fuori dal tempo, che risponde in modo “reazionario” e “arrabbiato” al liberismo e con una morale da internazionale parareligiosa. Francamente non capisco quale delle due sinistre sia la peggiore.

Di sicuro entrambe non hanno più nulla a che fare con il “Socialismo” se non su un piano velleitario e di facciata. Quello che sopravvive in loro è il cerimoniale liturgico di slogan, parole d’ordine e certi riferimenti estetici che assomigliano più a dei Totem Sinistri che non ad un reale progetto politico. Questi Totem senz’anima, a cui viene sacrificato il pensiero critico, nascondono insidiosi ed inconfessabili Tabù. Ormai entrambe le Sinistre hanno come riferimento ideologico l’economia di mercato verso cui assumono atteggiamenti ambivalenti, sottomessi o reazionari. Il progressismo (con la ‘p’ minuscola) oggi è rappresentato dalla teorizzazione di un progresso che mira al ripudio della tradizione, dell’appartenenza, di ogni differenza culturale e sociale, con l’unico scopo di neutralizzare l’individualità e la cultura locale. Si tratta quindi di un progressismo sinistro che mira ad un livellamento verso il basso della società, minando i confini antropologico-culturali di un Paese a vantaggio di una società liquida e amorfa.

Una società liquida fondata su un internazionalismo di valori e diritti che in realtà finiscono con l’essere solo dei simulacri di carta, ma che di fatto non prendono mai vita nella realtà dei cittadini. Tali simulacri carichi di retorica nascondono il Tabù di un silente desiderio di dominio sulle masse, che forse la sinistra anela da sempre. La religione del progresso è uno dei tabù della sinistra, che si orienta verso un irraggiungibile futuro migliore e verso un internazionalismo dei diritti che va spesso contro la sostenibilità oggettiva ed il senso di responsabilità di una morale condivisa. In nome del diritto e di una ambigua morale internazional- umanitaria viene creato il pretesto per annullare le differenze tra le persone e le culture, offrendo in cambio la democrazia digitale del wi-fi o più genericamente del consumismo, dove si realizza solo li una vera uguaglianza.

Così nel Totem di una ostentata Causa del Popolo/Umanitaria e di un progresso equo e solidale, si nasconde il Tabù di un progetto liberista e iper- urbano che mira allo sradicamento della cultura di riferimento con la propaganda del multiculturalismo, con un livellamento verso il basso delle identità ed un utilizzo spregiudicato di un fenomeno migratorio. La religione del progresso che anela il dominio assoluto distrugge le radici identitarie, trasformando i cittadini negli accoliti di un grande inganno fatto di totem e tabù alcuni dei quali potrebbero essere: Il Totem del diritto al lavoro che nasconde il Tabù di un lavoro precario sottomesso alle regole del mercato, senza una reale analisi sull’effettivo servizio offerto alla comunità (sull’utilità dello stesso) e alla persona che svolge tale servizio. Secondo l’etica di un socialismo postmoderno il lavoro non deve essere più un diritto garantito, casomai va garantito il servizio alla comunità che tale lavoro assicura e alla persona che lo svolge.

Oggi invece grazie anche alla gig-economy, sta avanzando l’idea di un lavoratore asservito al suo lavoro come un moderno “servo della gleba”. Il Totem dell’accoglienza umanitaria senza regole, che nasconde il Tabù di una deportazione di nuovi schiavi da sfruttate e persone con culture e tradizioni spesso incompatibili con quelle del paese ospitante. Ciò rischia di innescare una dittatura delle minoranze in virtù di un rispetto della diversità che puzza tanto di un razzismo al contrario. Naturalmente se l’obiettivo è il dominio torna utile avere un mobbing migratorio impiegato come un grimaldello demografico. Il Totem dell’Integrazione e del rispetto delle altre culture, specialmente a vantaggio della cultura islamista (non islamica che rispetto, con islamista intendo l’utilizzo strumentale di una religione per finalità politiche e strategie di stampo tribale) cela il Tabù di un tentativo di rilancio per una nuova Internazionale para-religiosa come rivincita rispetto ad una vocazione internazional-rivoluzionaria mai del tutto realizzata.

Nel concetto di Integrazione poi si intravede il Tabù di un processo asimmetrico di stampo post-coloniale dove spetta al “grande e benevolo uomo bianco” educare il “povero nero” o il “diverso”. Tutto questo innesca una nauseabonda retorica che non ha alcun fondamento logico e analitico per Noi italiani (noi stessi culturalmente disomogenei) che non riusciamo ad integrare neanche le nostre risorse e perdiamo ogni anno circa 3000 laureati. Sarebbe logico cominciare ad integrare le nostre risorse.

I Totem dei Diritti per tutti che nasconde il Tabù di una “socializzazione della miseria” che alla fine tutela solo alcuni a danno di altri. In virtù del diritto, a Sinistra, si tollerano spesso comportamenti al limite, a cui spetterà ad altri cittadini, già tartassati, di pagare il conto. L’esempio più calzante è quello di Ciro (intervistato dal programma Piazza Pulita di Formigli) che ha occupato una casa a Scampia che fa il venditore ambulante guadagnando tra le 700- 800 euro al mese e che tiene 5 figli e una moglie disoccupata; ovviamente Ciro non può permettersi di pagare un affitto, un condominio e spese accessorie quindi si sente nel Diritto di occupare una casa, magari un domani anche di truffare o rubare…ovvero si sente investito da un’etica personale ‘a suo uso e consumo ’ che lo mette nella condizione di chiedere ad altri cittadini di pagare il conto delle sue scelte irresponsabili.

La vera domanda è come ha potuto Ciro pensare di fare 5 figli in una condizione simile? Ma del resto si sa che il “mondo di sotto” è istintivo, fisico e privo di senso di responsabilità e usa i “Diritti come Arma Sociale” contro altri Cittadini e viene incoraggiato a farlo dai totem e tabù sinistri. Come si può vedere i Totem sono le scatole nelle quali si nascondono inconfessabili Tabù e il progressismo, con la p minuscola, rappresenta proprio questo. Quando la Sinistra è divenuta progressista ha iniziato il suo lento declino diventando la gran sacerdotessa della religione del progresso che è intrinsecamente legata al liberismo. La Sinistra, diventando progressista, si è condannata a confluire nel campo liberista, con la conseguente fine dell’opera socialista.

Con la fine dell’opera socialista si è interrotto quel processo che ha fornito alle categorie popolari un prezioso linguaggio politico e una certa consapevolezza sul mondo che avevano davanti. Innanzi al Totem di un “progressismo sinistro” è stata schiacciata anche la morale condivisa che è il sale di una sana democrazia. Come diceva Durkheim: “E’ morale tutto ciò che è fonte di solidarietà, tutto ciò che costringe l’uomo a tenere conto dell’altro, a regolare i propri movimenti su qualcosa di diverso dagli impulsi del proprio egoismo”. Credo che il Progressismo del Movimento Roosevelt e del futuro Partito Democratico Progressista debba tenere conto di questi elementi e debba prendere le distanze da una certa retorica confessionale che tende a legare le coscienze, per farle poi affogare nel mare dei luoghi comuni. Auspico che i Rooseveltiani possano ricostruire un Socialismo in chiave post-moderna che porti di fatto ad un Nuovo Rinascimento Nazionale ed Europeo.


Stefano Pica

(Articolo del 7 Marzo 2018)