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bonino 3e1af
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Gioele Magaldi: «Di quale Europa stiamo parlando, cara Emma Bonino, nel momento in cui ne invochi una "maggiore centralità" nel dibattito elettorale e nell'agenda politica italiana? Dell'attuale Dis-Unione europea, che dietro una retorica continentale pomposa nasconde la sostanza di un costante scontro di interessi nazionali e nuove forme di mercantilismo (Germania docet) in spregio alle stesse regole dei trattati europei vigenti, e però in servigio di inconfessabili interessi privati sovranazionali?
Stiamo parlando dell'Europa economicistica preparata da Monnet, Schuman & Company, di quella neofeudale vagheggiata da Coudenhove-Kalergi o di quella politica e autenticamente democratica auspicata dai vari Mazzini, Garibaldi, Hugo, Aristide Briand, Ernesto Rossi e Altiero Spinelli?
E' giusto chiedere più Europa. Anzi, chiedere che finalmente si possa lavorare a un serio e democratico progetto continentale, costruito su fondamenta politiche e costituzionali approvate dagli stessi popoli europei, da quello stesso Popolo Sovrano che, al momento, non ha reale voce in capitolo nella governance continentale. Invece, invocare "più Europa" nel senso di un maggiore asservimento alle linee guida anti-europeiste decise dagli euro-tecnocrati di Bruxelles e Francoforte o alle pulsioni ancora più anti-europeiste promosse de facto dai sacerdoti integralisti dell'asuterity è inutile oltre che sconcertante. Più asserviti alla Dis-Unione Europea di cosi si muore, cara Emma Bonino. L'Italia è già paralizzata dal Fiscal Compact, dal pareggio di bilancio in costituzione, dal Patto di Stabilità per i Comuni, da altri diktat e dogmi di provenienza UE e Bce che impediscono politiche economiche ( realmente anti-cicliche) in grado di aumentare il Prodotto interno lordo (Pil) e l'occupazione.
Cara Emma Bonino, passata questa inutile competizione elettorale di marzo 2018 (che avrà qualche perdente e nessun vincitore), ti inviteremo volentieri- insieme ad altri politici e intellettuali e a rappresentanti delle Istituzioni europee- a un grande evento organizzato dal Movimento Roosevelt (www.movimentoroosevelt.com ) sulla figura di Olof Palme, sullo stato dell'arte della storia europea, sulla necessità di riproporre in Europa un paradigma autenticamente socialista, democratico e liberale (che è cosa diversa dalla teologia dogmatica neoliberista).»