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Segue un articolo dal titolo “Magaldi: cara Bonino, più Europa? Non questa, degli zombie”, pubblicato da “Libreidee”: http://www.libreidee.org/2018/01/magaldi-cara-bonino-piu-europa-non-questa-degli-zombie/

“Libreidee”: «Cosa c’è sotto il turbante di Emma Bonino? Possibile che, nel 2018, ci sia ancora qualcuno – radicale, per giunta – che crede alle favole del più decrepito neoliberismo thatcheriano? «Pensate ad una famiglia già super-indebitata, che continua a indebitarsi sempre più, pagando interessi sempre più onerosi alle banche: arriverà un giorno la bancarotta, che si lascerà ai figli», recita la campagna elettorale di “+Europa”. Parole che sembrano arrivare dall’oltretomba della politica, dalla notte dei morti viventi ravvivata dal fantasma di Mario Monti. «Il vero problema italiano è il debito pubblico al suo massimo storico», nientemeno. E certo: il debito, la famiglia. «Come se la famiglia fosse dotata di sovranità monetaria: per lei, come per l’azienda, il debito è certamente un problema», dice Marco Moiso, coordinatore del Movimento Roosevelt, in chat su YouTube con Gioele Magaldi. Incredulo, di fronte all’uscita della Bonino: com’è possibile, dopo il disastro dell’austerity europea, “bersi” ancora il dogma del neoliberismo che finge di non sapere che lo Stato, dotato di sovranità monetaria, ha una capacità di spesa (e di indebitamento) virtualmente illimitata? «Non è da radicali, appiattirsi su un dogmatismo così desolante, allineato all’ignoranza economica e all’insipienza generale del mainstream, politico e mediatico, affollato di presunti esperti del calibro di Alberto Alesina, in realtà un comico, che insieme a Francesco Giavazzi non ne ha azzeccata una, in tutti questi anni».
Emma Bonino raccomanda “più Europa”? Benissimo, replica Magaldi. Ma chiariamoci: purché “più Europa” non significhi “più Merkel”, più rigore, più disoccupazione, più sofferenze sociali. «In tutti questi anni, la scuola neoliberale ha imposto i tagli alla spesa, il “patto di stabilità” agli enti locali. Risultato: la gente sta peggio, l’economia agonizza. E il debito pubblico è al massimo storico. Fantastico, no?». Già: cosa c’è sotto il turbante della Emma nazionale, protagonista – negli anni d’oro – di coraggiose battaglie libertarie accanto a Marco Pannella? «Forse c’è anche un malinteso – ipotizza Magaldi – dovuto all’innamoramento che alcuni radicali ebbero per Milton Friedman: è vero, il capo dei Chicago Boys era per la legalizzazione della cannabis, però ha ispirato il peggiore neoliberismo all’origine della grande crisi, che in Europa – a suon di austerity – ha assunto connotati drammatici». La retorica del buon padre di famiglia, che deve risparmiare? Per favore, siamo nel 2018: non prendiamoci in giro. «Dalle crisi, come insegna Keynes (e con lui Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt) si esce proprio attivando la leva della spesa pubblica, della finanza espansiva, per creare lavoro. Investimenti a deficit, non tagli. A una condizione: che lo Stato disponga di sovranità monetaria. Certo, se invece la moneta te la devi far prestare “a strozzo”, allora siamo di fronte alla profezia che si auto-avvera: la spirale della crisi è assicurata, ed è esattamente quanto sta avvenendo in Europa».
A proposito, quale Europa? Magaldi si considera ultra-europeista, fedele all’idea degli Stati Uniti d’Europa disegnati da Altiero Spinelli. «Emma Bonino, invece, mi pare prenda spunto dall’Europa degli oligarchi Robert Schuman e Jean Monnet, responsabili di questo orrore di Ue dove non c’è nessuna forma di unità, ma solo una spietata concorrenza fra Stati che si fanno la guerra economica a colpi di mercantilismo. I veri nemici dell’Europa sono i tecnocrati della Commissione Europea, gli Juncker, gli uomini del rigore come dogma, che demonizzano il debito pubblico: stanno distruggendo l’economia di intere nazioni, insieme al sogno dell’unità europea, tra populismi e nazionalismi sempre più aggressivi». Più Europa? «Sì, purché vada a bacchettare il paradigma domatico della teologia neoliberista. Più Europa, se diventa il luogo della giustizia, dell’integrazione e della mobilità sociale. Se viene governata dal popolo sovrano, e non dalle banche centrali». Più Europa, certo, ma solo con una politica estera comune, «non affidata a dei pagliacci inconsistenti a fare gli alti commissari per gli affari esteri, per poi fare figure oscene come durante il genocidio nell’ex Jugoslavia». Più Europa, «ma come quella solidale e lungimirante, democratica e progressista per la quale lavorava Olof Palme». A proposito, chiosa Magaldi: proprio al leader svedese il Movimento Roosevelt dedicherà un convegno. «Inviteremo anche la Bonino: deve capire che non esiste una sola dottrina economica, e quella che lei oggi si ostina a proporre è già fallita miseramente.»