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Federica Francesconi, dalla sua Pagina Facebook: «Mi è stato chiesto che cosa penso della disgustosa uscita da scaricatore di porto di Gene Gnocchi, che ieri nel corso di una trasmissione televisiva ha assimilato Claretta Petacci alla scrofa che sta girando tra i rifiuti della Roma pentastellata.
Che cosa dire di questo tristo figuro, baciapile e pessimo comico, con la erre moscia che fa tanto radical chic, se non che è il prodotto avariato della cultura antifascista militante, quella che prende i soldi dei contribuenti per organizzare pastasciutte antifa e iniziative da subcultura komunista, quella che piace tanto alle femministe che vorrebbero liberalizzare la pratica dell'utero in affitto?
Ah già, le femministoidi, mute di fronte allo scempio verbale di un comico da avanspettacolo con il cervello spappolato da troppe fisime ideologiche. Oh, se al posto della Petacci fossero state attaccate la Presidenta, la nonnina con il turbante, (non merita nemmeno di essere citata per nome, e cognome), la Boschi e tante altre star del jet set de' sinistra! Avremo assistito a piagnistei, sempre rigorosamente con la erre moscia, a richieste ossessive di scuse pubbliche, a capziose argomentazioni che avrebbero ricondotto l'offesa alle rosse al ritorno in auge del fascismo in Italia.
Mute, tutte mute. Il mutismo delle femministoidi tradisce la loro coscienza sporca. Talmente sporca e puzzolente che in confronto la scrofa che gira per gli immondezzai di Roma profuma di viole e ciclamini.
Ecco, io credo che da lassù Claretta Petacci abbia tirato un sospiro di sollievo quando ha saputo di essere stata equiparata a una scrofa. Poteva andargli peggio, poteva essere paragonata alle femministoidi de' sinistra. Tutto sommato per una donna essere paragonata alla scrofa mangiarifiuti di Roma è un grande onore.»