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debito d1542
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Segue un articolo dal titolo GIAPPONE: QUANDO IL DEBITO PUBBLICO FA BENE AL CAPITALISMO”, pubblicato da “Sollevazione”: https://sollevazione.blogspot.com.mt/2017/12/giappone-quando-il-debito-pubblico-fa.html?spref=fb

“Sollevazione”: «Secondo le stime del Fmi in cima alla classifica dei paesi con il debito più elevato rispetto al Pil c'è il Giappone - negli ultimi due anni il debito pubblico giapponese è passato da quasi 6.340 mld a 11mila miliardi.
Una delle conseguenze della cosiddetta "Abenomics" varata cinque anni or sono dal premier Shinzo Abe e dal governatore della Banca centrale giapponese Haruhiko Kuroda.
In cosa consista la "Abenomics" è presto detto: acquisto da parte della Banca centrale di un'enorme quantità di titoli pubblici emessi dal governo, quindi relativa immissione di liquidità nel mercato. Con la moneta sonante fornita dalla banca centrale il governo ha finanziato grandi e piccole opere. Quello, appunto, che non può essere fatto nell'Unione europea dati gli stringenti vincoli monetaristi e ordoliberisti a cui è sottoposta la politica monetaria della Bce. Quello che men che meno può fare un singolo Paese come Italia, privato della sua sovranità in fatto di politica macroeconomica e monetaria.
Orbene, secondo i sacerdoti dell'ordoliberismo, la politica economica e monetaria seguita dal Giappone, avrebbe dovuto causare un disastro economico e sociale, tra cui un'inflazione fuori controllo come conseguenza del deprezzamento dello yen. Quindi il default giapponese. Invece...
Invece l'inflazione è ancora vicina allo zero ( 0,6% a fine 2017) e lo yen è considerato una delle valute forti del pianeta e cresce addirittura la quota di titoli di stato acquistati da investitori stranieri (vedi tabella accanto).
Ma il risultato più eclatante è che in Giappone la disoccupazione (dati novembre 2017) è al il 2,7%, tornata ai livelli del 1994 - con l'industria che denuncia una scarsità di forza-lavoro.
Numeri che la Ue si sogna, per non parlare dell'Italia.
Abbiamo così che il Prodotto interno lordo giapponese viaggia a fine 2017 al 2,5%.Governo e Banca centrale porranno quindi fine alla politica monetaria espansiva? Per Niente!
Ci informa infatti IL SOLE 24 ORE che «Il governo guidato dal premier Shinzo Abe ha gia' preparato la bozza di una nuova manovra di stimolo all'economia di un importo fino a 2mila miliardi di yen (circa 17 miliardi di dollari), finalizzata soprattutto a migliorare i servizi alle famiglie e a ridurre gli oneri scolastici».
Qui ci preme, oltre a smentire il mantra eurista per cui il debito pubblico sarebbe il male assoluto da combattere, precisare che se il capitalismo giapponese gode di un ottimo stato di salute, che vede nelle esportazioni il suo punto di forza, prima ancora che per la "Abenomics", è dovuto ai bassi salari (vedi tabella sopra) e alla crescita forte della produttività.
Per dire che nessuna politica monetaria può fare miracoli, che in regime capitalistico di libero mercato un'economia è competitiva anzitutto se crescono i profitti, e questi crescono se i salari scendono, se non in termini assoluti in termini relativi. Che è proprio quanto accaduto in Giappone: aumento della produttività del lavoro a salari stagnanti. Questo il vero "segreto" che spiega la forza dell'economia giapponese, quindi la sua competitività rispetto ai concorrenti.»