Avevo citato in breve i metodi del “progressismo” e dei “progressisti” da cui i Progressisti dovrebbero prendere le distanze a voce alta (vedi anche e soprattutto il livello mafioso prima e post Brexit, Trump, Referendum in Italia ed altre situazioni), in questo pezzo:

 https://blog.movimentoroosevelt.com/home/326-esistono-progressisti-e-progressisti-senza-virgolette-e-con-la-p-maiuscola-quelli-che-dichiarano-guerra-a-donald-trump-prendendo-di-mira-il-figlio-di-dieci-anni-che-definiscono-in-maniera-sprezzante-autistico-sono-progressisti.html ...

 
I “progressisti” di oggi, ricchissime nullità in parte pagate per manifestare ed in parte mossi nelle piazze dalla devastante potenza mediatica per manifestare quasi sempre contro il nulla (in ogni caso, anche qualora dovesse esserci una motivazione reale non comprenderebbero: non ci arrivano...), mi ricordano i tempi in cui un certo Gianfranco Fini (dopo che per anni ed anni squallidi “progressisti” l’avevano pesantemente etichettato come “pericolosissimo fascista”...) ha “rappresentato” la “Destra” italiana in TV sponsorizzato dagli stessi “progressisti” che per tutta la sua esistenza di vita e politica gli avevano dato del “pericolosissimo fascista” (questo dopo essersi messo di traverso al “cattivo” di “Centro” che risultava essere titolare del Centrodestra).

 
I “progressisti”, d’altronde, sono fatti così: dove sentono odore di potere e soldi ci sono loro - anche e soprattutto quando c’è da stringere alleanza con “pericolosissimi fascisti” nemici per una vita e poi incredilmente, da un giorno all’altro, diventati “amicissimi”... sempre, solo ed esclusivamente per la conquista del potere, quindi per i soldi.

 
Oggi questi soggetti - i “progressisti” - vengono inviati nelle piazze a manifestare contro muri in piedi da anni per volere dei loro amici “progressisti” e nemici repubblicani ed ordini esecutivi attuati in passato sia dai loro amici “progressisti”, sia dai loro nemici repubblicani.

 
Il breve sunto dell’ex eurodeputato grillino Marco Zanni (l’elenco sarebbe lunghissimo): «I lavori per il muro al confine tra Messico e USA iniziarono sotto l'amministrazione di Bush padre, nel 1990. Proseguirono poi nel 1994, con l'ampliamento voluto dall'amministrazione Democratica di Bill Clinton, paladino dei “progressisti di sinistra” a fianco del suo alter-ego europeo guerrafondaio Tony Blair. Nel 2006, sotto l'amministrazione di Bush figlio, viene approvato e implementato un altro aumento del muro messicano.

 
Anche sotto l'amministrazione del Nobel per la Pace Obama, sono proseguiti lavori di rafforzamento e ampliamento. Sui media perbenisti nostrani, non ricordo nessuna levata di scudi come quella vista per Trump, che volenti o nolenti, sta portando avanti una promessa elettorale votata dalla maggioranza degli americani.

 
La stessa cosa sta accadendo per il ban agli ingressi in USA di cittadini provenienti da 7 paesi a maggioranza islamica. All'annuncio dell'ordine esecutivo di Trump, levata di scudi sui media internazionali e nostrani: addirittura i giudici americani bloccano l'atto e respingono il ricorso presentato dal nuovo presidente.

 
 Esiste però un precedente: nel 2011 l'amministrazione del sempre democratico e Nobel per la pace Obama impedì l'ingresso sul suolo americano per 6 mesi dei cittadini iracheni e nessuno fiatò, né media né giudici. Al di là del merito della questione, su cui si può essere d'accordo o meno, emerge un fatto oggettivo molto pericoloso sul potere dei media di influenzare così facilmente l'opinione pubblica.»

 
Senza aprire ulteriori parentesi - non vale la pena, considerando i soggetti -, passo direttamente alla “chiacchierata” avvenuta tra Pier Paolo Pasolini ed Alberto Moravia, nel 1973. Pier Paolo Pasolini: «Mi chiedo, caro Alberto, se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle piazze oggi a fascismo finito, non sia in fondo un'arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il dissenso. Spingere le masse a combattere un nemico inesistente mentre il consumismo moderno striscia, si insinua e logora la società già moribonda.»

 
Sono trascorsi 44 anni dalla “chiacchierata” tra Pasolini e Moravia ed i veri fascisti che contano per davvero, considerando i numeri (i fascistoni rossi o fasciocomunisti borghesi, o “progressisti”) sono ancora alla ricerca del “nemico inesistente” ed “orgogliosi” della loro “immensa lotta” per il nulla che ha fatto sì che in pochi anni, negli ultimi anni ed in maniera del tutto indisturbata, meno dell’1% possieda la ricchezza del restante 99% abbondante... complimenti!

 

Vincenzo Bellisario

 
(Articolo del 19 Febbraio 2017)