Nel magma mass-mediatico che inevitabilmente permea e governa le nostre turbolenti vite di passionali organismi multicellulari, mi permetto di scrivere anch’io su questo blog per dare in tal modo un segno della mia esistenza, non fosse altro per onorare quei famosi 15 minuti di popolarità che il fu A.W. esortava a regalarsi al fine di sentirsi finalmente parte di una futuribile progenie di intellettualoidi / politoidi / spiritualoidi, ovvero tutta una nuova razza di ominidi fai-da-te che tutto sa (per sentito dire) e tutto dimentica.

Il motivo e' semplice e ben valido a guardare con attenzione, e cioe’ che il cervello, quando riceve delle informazioni, le elabora in accordo non solo al grado di emozione che prova, ma anche al coinvolgimento fisico, ovvero in base all’azione intrapresa che ne sta all'origine. Giordano Bruno lo sapeva bene: Essere (inteso come corpo, ricerca, osservazione) + Mente (intesa come sapere, intuizione) = Memoria. Ciò vuol dire che il divano di casa non e’ un buon posto per stimolare la memoria, e neppure per capire il motivo per cui, anche se noi leggiamo un buon libro, fuori dalla porta di casa il mondo perpetua il suo movimento in un'ostinata decadenza spirituale, rollio in permanente affanno dal quali sembriamo distanti e disattenti (presi come siamo dalla lettura del nostro libro, appunto).

In ritorno a ciò però possiamo dilettarci a scrivere pensieri e/o commentare quelli altrui, lanciarci in atti di difesa o offesa, cantare virtù in un ritrovato desiderio di esserci a tutti i costi, e questo grazie alla moltitudine di strumenti che la tecnologia ci mette oggi a disposizione affinché il nostro appetito intellettuale e il nostro ego sia debitamente soddisfatto. E amen. Quei 15 minuti possono così diventare anche 150 o 1.500 ma non importa, in effetti e’ l'esserci che conta, e allora avanti coi libri e coi divani, avanti coi talk-show del pomeriggio e le parate di politici nella vetrina di qualche tv popolare, avanti con slogan e belle frasi a impatto. C’e’ spazio per tutti e tutti si prendono il loro spazio, del resto ci dicono che questo e’ infinito... Tutto viene assorbito, digerito e metabolizzato nel miraggio di lussureggianti oasi popolar culturali in cui sostare felici in attesa di un altro 'Invia'. Oggi si dibatte di politica, ma chi ha mai messo piede in parlamento o più semplicemente in un consiglio comunale della città in cui vive..? si dibatte di guerra, ma chi e’ mai stato in Siria..? si parla di poteri sovranazionali, ma chi ha mai conosciuto uno di questi personaggi col quale eventualmente farci anche una chiacchierata..? Io, perlomeno, mai. Eppure dibatto, scrivo, penso... ergo sum? Non credo proprio.

Ok, le idee sono le idee, giusto averle ed esprimerle ci mancherebbe, però a mio parere più avanti c’e’ un 'ma', a un certo punto di quel percorso esistenziale che ciascuno di noi intraprende più o meno spontaneamente, questo 'ma' ci si para davanti come un dubbio che limita l'azione del pensiero, che si trova oltre l’essenza della sua forma, in un piano meno contingente e più rarefatto di consapevolezza, qualcosa che molto spesso manca a corollario di tutto questo dibattere e reagire e denunciare e credere, e che per me altro non e' che l'esperienza diretta delle cose.

Io oggi sento netta la separazione tra conoscenza ed esperienza, in un'illusione di intenti che provoca infelicità e prepotenza, soggiogati come siamo dal dominio di una superficialità che ci fa sordi di fronte ai nostri doveri di uomini degni di questo nome. E necessario a mio avviso impegnare gli sforzi e il tempo a disposizione a fare più che a parlare, destinando le energie in un ambito più pratico che sia di stimolo ed esempio per chiunque ambisca a sentirsi parte di un'opera di emancipazione come e', ad esempio, il far parte di questo Movimento.

Io credo che nell'ambito di denuncia civile dell'odierno sistema di cose che il Movimento Roosevelt sta portando avanti, ci sia un incanto e una forza che può farsi avanguardia per chi si scopre in cerca di verità prima di tutto in sé stesso, di chi desidera promuovere esperienze umane finalizzate a tracciare un futuro con i segni propri di una volontà insopprimibile. Spero davvero che a tutti coloro che lavorano per un miglioramento delle condizione di vita su questa terra, venga data la possibilità di sperimentare personalmente il cambiamento e applicare una disciplina di fratellanza e solidarietà.

Francesco