L’EPIDEMIA DI COVID19 E L’INFANTILIZZAZIONE DEL MONDO

 

Di Aligi Taschera

 

L'uomo è nato libero, e dappertutto egli è in catene”, scriveva J. J. Rousseau nel 1762. 

L’illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità di cui egli deve imputare sé stesso. Minorità è l’incapacità di servirsi della propria intelligenza senza la guida di un altro. Imputabile a sé stesso è questa minorità, se la sua causa non dipende da un difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi di essa senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! Questo dunque è il motto dell’illuminismo”, scriveva I. Kant nel 1783. Nel 1615 G. Galilei aveva scritto: “pare che quello degli effetti naturali che o la sensata esperienza ci pone dinanzi agli occhi o le necessarie dimostrazioni ci concludono, non debba in conto alcuno essere revocato in dubbioper luoghi della scrittura che avessero diverso sembiante”; e ancora, nel 1632: “Ci è bisogno di scorta nei paesi incogniti e selvaggi, ma nei luoghi aperti e piani i ciechi solamente hanno bisogno di guida; e chi è tale, è bene che resti in casa, ma chi ha gli occhi nella fronte e nella mente, di quelli si ha da servire per iscorta”. Dopo che “all’Anglo che tanta ala vi stese sgombrò primo le vie del firmamento” pare che indicasse la via anche all’illuminismo, sostenendo che nella conoscenza solo i ciechi hanno bisogno di guida, ma le persone sane devono basarsi esclusivamente sulle esperienze dei sensi e sul ragionamento, rifiutando autorità precostituite.

 Da allora, voglio dire dai tempi di Rousseau e di Kant, l’uomo ha tentato, almeno fino agli anni ’70 del XX secolo, di liberarsi dalle catene e di emanciparsi dallo stato di minorità; ma, a partire dagli anni ’80 dello stesso secolo la volontà di emancipazione ha cominciato lentamente ad affievolirsi. L’epidemia di covid 19 è diventata l’occasione per tentare di spegnerla del tutto e riportare l’umanità allo stato di minorità. In fondo basta poco, perché lo stato di minorità è comodo. Come scriveva Kant nello stesso testo citato sopra: “E’ così comodo essere minorenni! Se ho un libro che pensa per me, un direttore spirituale che ha coscienza per me, un medico che valuta la dieta per me, ecc., non ho certo bisogno di sforzarmi da me. Non ho bisogno di pensare, se sono in grado di pagare; altri si assumeranno questa fastidiosa occupazione al mio posto.”

 Infatti la maggior parte delle persone si è adagiata in questa comoda minore età, e speriamo che non debbano riprendere lo status di adulti improvvisamente e in modo traumatico, come è già accaduto agli italiani nel 1943, dopo che si erano infantilmente adagiati sotto la guida e la protezione del Duce.

 Ma come è accaduto? Prima di tutto è stata una conseguenza del terrorismo, dove al termine “terrorismo” attribuisco il suo significato letterale di attività idonea a spargere il terrore. Ora, non voglio sostenere che qualcuno abbia elaborato il virus e lo abbia volontariamente diffuso. Anche se l’ipotesi che il virus sia stato creato in laboratorio non solo non è mai stata credibilmente smentita, ma riceve oggi più consensi che un anno fa, è difficile osare pensare che qualcuno, dopo averlo creato, lo abbia anche diffuso volontariamente. Sembra più probabile che, se anche si tratti di un virus artificiale, si sia diffuso involontariamente, in seguito ad un incidente. In assenza di prove certe, è comunque meno inquietante pensare che il virus si sia diffuso in conseguenza di uno “spill over” spontaneo che ha portato il virus dai pipistrelli all’uomo, e dunque prendiamo per buona questa ipotesi. Ma cambia pochissimo. Resta il fatto che questa epidemia (confesso che non ho mai capito perché si debba dire “pandemia” piuttosto che “epidemia” come si è sempre fatto in precedenza) è stata gestita in modo terroristico. Voglio dire in modo da spargere il terrore, senza intendere necessariamente che si sia trattato di un vero terrorismo intenzionale. Possiamo anche accontentarci di pensare che il terrorismo si sia verificato di fatto, semplicemente come risultato del sommarsi si inettitudine, stupidità e meccanismi automatici di mercato. Mi spiego. Si può benissimo pensare che il virus si sia diffuso rapidamente e abbia provocato un numero non irrisorio di morti perché prima i vari governanti, da imbecilli quali sono, non hanno fatto nulla per fermarne la diffusione; poi, sempre da imbecilli e incompetenti, hanno scoraggiato l’attività di ricerca delle terapie e di cura, scoraggiando le autopsie, e cercando di accentrare il più possibile le modalità di cura impedendo o comunque scoraggiando l’autonomia dei medici per imporre protocolli uniformi dall’alto (in realtà questa era una tendenza già in atto almeno dal 2016, anno in cui fu approvata la legge Gelli). Ovviamente la responsabilità individuale dei medici fa sì che ci siano tanti centri di iniziativa terapeutica sperimentale quanti sono i medici (in linea di principio: di fatto tanti centri di iniziativa terapeutica quanti sono in medici curiosi, attivi ed impegnati); i protocolli terapeutici imposti dall’alto fanno sì che l’iniziativa terapeutica sia una sola: e, se è sbagliata quella, l’errore si diffonde ovunque. Se l’iniziativa centralizzata fa capo a un governo nazionale, i danni dell’errore terapeutico si diffondono in tutta la nazione; ma se, in epoca di globalizzazione, l’iniziativa terapeutica centralizzata si affida ad un’organizzazione sovranazionale (come l’O.M.S.), i danni si diffondono a livello mondiale. Ecco che l’accoppiata incompetenza + globalizzazione basta per provocare un numero non del tutto trascurabile di morti, e dunque per provocare terrore a livello mondiale.

 Ma la cosa non finisce lì. A questo punto interviene il sistema dell’informazione. I mezzi di informazione di massa, sempre più uniformati a livello mondiale, dato l’accentramento delle proprietà in poche mani dovuto alla globalizzazione, non hanno propriamente lo scopo di informare. Lo scopo di tutti i mass media privati (ormai imitati da quelli pubblici da circa trent’anni, per lo meno in Italia), è quello di qualunque impresa capitalistica: fare profitti. Il che significa prima di tutto vendere, e, dato che vendere non basta per fare profitti abbastanza alti, significa anche vendere pubblicità, e dunque diventare primariamente contenitori di pubblicità. A tale scopo sembra che i giornalisti e soprattutto i direttori dei giornali si siano convinti che non serve tanto dare informazione corretta e documentata, e svolgere la funzione di controllori delle malefatte del potere. L’essenziale è lo “scoop”; l’essenziale è vendere notizie che provochino emozioni o stupore. Meglio però se le notizie che provocano emozioni non siano scomode per il potere di turno. Poveri giornalisti, non si può dar loro torto: i tempi in cui viviamo sono quelli che sono. Se nel 1970 il giornalista americano Seymour Hersh prese il premio Pulitzer per aver documentato la strage di My Lai del 1968, con la quale i soldati americani avevano ucciso circa 500 civili vietnamiti, oggi il giornalista australiano Julian Assange è in un carcere britannico di massima sicurezza su mandato americano, per aver documentato stragi di civili compiute da soldati americani in Iraq e in Afghanistan; il Regno Unito non ne ha concesso l’estradizione negli U.S.A, ma non è dato sapere quando e se uscirà. E’ in fondo comprensibile che oggi i giornalisti siano i servi del potere, piuttosto che i suoi controllori. E così i servi, dediti alla vendita di notizie emozionanti, si sono dati in tutto il mondo alla vendita di una grande emozione: il terrore. Ogni giorno il numero dei morti (rigorosamente assoluto, e privato di ogni contesto); immagini di sale di rianimazione, di bare, di trasporti di bare, e via dicendo. Poi numeri quotidiani dei contagi senza alcuna spiegazione di che cosa si intenda per “contagiato” e di come funziona la rilevazione dei contagi. Si suppone che questo tipo di informazione così emozionante venda, e aumenti la “audience”; e per giunta questa informazione, così emozionante, fa comodo al potere, perché assicura che il potere ha i suoi buoni motivi per fare quello che fa. Lo spettacolo della morte è stato lo spettacolo principale per più di un anno.

 Questa generosa diffusione del terrore ha provocato il tipico effetto della paura e dell’ansia: la regressione, cioè l’emersione nei soggetti colpiti da queste emozioni di repertori comportamentali ben radicati, ma inappropriati, perché connessi a fasi antecedenti e superate della vita. Nella letteratura psicologica ci sono abbondanti prove che l’induzione di ansia in soggetti sperimentali provochi regressione. Al terrore diffuso dai media sono poi state sovrapposte le mascherine. Queste ultime danneggiano fortemente la percezione interpersonale e perfino, soprattutto in condizioni di scarsa illuminazione, il riconoscimento interpersonale; di conseguenza creano incertezza costante, che potenzia l’ansia di fondo. Dunque tutta questa diffusione di paura e ansia ha predisposto all’infantilizzazione, alla regressione collettiva allo stato di minorità.

Ma la cosa non è finita qui. La regressione è stata potenziata dalla diffusione a piene mani dell’ideologia (sempre indispensabile per giustificare qualunque forma di dominio); da un’ideologia già circolante, che chiamerò pseudoreligione della pseudoscienza. Si tratta di una pseudoreligione perché, pur avendo pervertito tutte le caratteristiche della scienza, trasformandola in una religione, come vedremo in seguito, manca dell’elemento essenziale delle religioni, che le rende appunto tali: il rapporto con il trascendente.

Quanto alla pseudoscienza, ne avevo già delineato le caratteristiche nel mio articolo “Scienza e Democrazia” scritto in questo stesso sito nel novembre 2018, per commentare una sparata di Burioni.

La sparata consisteva nell’affermazione che “la scienza non è democratica”, poi ripresa più volte dalla stampa, già ridotta prima dell’epidemia a una funzione pappagallesca. Questa affermazione potrebbe sintetizzare da sola le caratteristiche della pseudoscienza, ma, in questa sede, è bene esplicitarle.

 1. La (pseudo)scienza non si caratterizza come metodo, ma per dei contenuti. Piuttosto di consistere essenzialmente in un metodo, o in un insieme di metodi, volti alla raccolta di dati, alla formulazione di ipotesi esplicative, e al controllo di tali ipotesi mediante la sperimentazione e il dibattito, la scienza (o pseudotale) viene caratterizzata da un insieme di contenuti. Ciò che viene considerato scientifico è il ricorso a un certo tipo di contenuti, ad una ontologia di tipo materialistico che deve avere alla sua base concetti fisico-chimici: concetti che però non vengono considerati come tali, ma vengono ritenuti la base ontologica di tutta la realtà. 2. Di conseguenza il principio di autorità, abbattuto dalla scienza fin dalla sua nascita, viene pienamente restaurato. E’ scienza ciò che viene affermato dalla casta sacerdotale degli scienziati, o meglio dalla sua maggioranza (o da quella che viene presentata come tale dai mezzi di comunicazione di massa - non a caso la degenerazione della scienza, parallela a quella della democrazia, finisce come quest’ultima nella dittatura della maggioranza) che ha accesso privilegiato alla realtà ontologica ultima. 3. Di conseguenza gli scienziati e i medici che sostengono tesi diverse da quelle riconosciute dalla dittatura della maggioranza devono essere relegati nel ghetto degli eretici e completamente screditati, anche se hanno ricevuto un premio Nobel per la medicina. Fortunatamente i roghi non sono più di moda, ma su questa strada non si può escludere che un giorno si arrivi al confinamento fisico e all’impossibilità di comunicare posizioni diverse da quelle ufficialmente riconosciute dalla dittatura della maggioranza. 4. In modo del tutto congruente con questa impostazione, il gregge dei non esperti, tornato beatamente allo stato di minorità, deve essere mantenuto perennemente in quello stato o mediante la censura delle posizioni diverse (che non vengono fatte conoscere dai mezzi di comunicazione di massa), o mediante una guida amorevole, che lo aiuti a non farsi fuorviare dalle posizioni degli eretici.

 Per esemplificare la situazione, userò un articolo di Global Research (Che era presentato col titolo – effettivamente infelice – “Pfizer Vaccine Confirmed to Cause Neurodegenerative Diseases”, ma che era immediatamente seguito dal sottotitolo “A new report has determined the Pfizer vaccine may cause Alzheimer’s and other conditions”, sottotitolo che chiariva bene il contenuto dell’articolo) che ho postato il 4 giugno sulla mia pagina Facebook, oltre che sul Gruppo “Cercare un futuro”, sulla pagina facebook “Cercare un futuro” e sul gruppo del movimento Roosevelt. L’articolo non è stato censurato, ma è stato pubblicato preceduto da un vistoso rettangolone scuro, che occupa un vasto spazio, con su scritto: INFORMAZIONI FALSE, e, sotto: “Controllo eseguito da fact-checker indipendenti”. Sotto ancora due rettangoli sui quali è possibile cliccare: a sinistra un rettangolo chiaro con scritto “Scopri perché”; a destra un rettangolo scuro, con su scritto “Consulta il link”. L’infantilizzazione dell’utente medio di Facebook è immediatamente evidente. Quest’ultimo dovrebbe credere che esistono “controllori dei fatti” (già questa locuzione, spogliata dell’autorità dell’inglese, suona da sola abbastanza ridicola) indipendenti, che stabiliscono quali informazioni sono vere e quali no. Chi saranno mai questo controllori indipendenti? Chi vuole saperlo fino a ieri doveva cliccare il link scuro a destra, che, fino a ieri, si collegava ad una pagina che si limitava a dire i nomi di queste agenzie di controllori dei fatti. E così un bravo bambino doveva accontentarsi e credere che esistano delle organizzazioni che sanno quali fatti esistono nel mondo e quali no (organizzazioni divine, dato che in questo modo sarebbero in grado di conoscere correttamente ed esaustivamente il mondo) che sono indipendenti da un’azienda che fattura decine di miliardi di dollari all’anno, la cui indipendenza è garantita proprio da quell’azienda. Stranamente da oggi cliccando su quel link tutto il rettangolone intitolato “INFORMAZIONI FALSE” sparisce. Cliccando “scopri perché” si dovrebbe scoprire perché le informazioni contenute nell’articolo linkato (trovo orrendo questo inglesismo, ma non trovo un modo per esprimere lo stesso concetto altrettanto rapidamente) subito sotto sono false. Il link rimanda a due articoli. Il primo (intitolato Uno studio speculativo inaccurato sostiene scorrettamente che i vaccini a mRNA contro la Covid 19 causano malattie degenerative) è sufficientemente articolato, e può apparire credibile. Tuttavia mi limito a riferirne il punto centrale, che dice: “l’articolo di Classen (autore di un articolo riassunto dall’articolo di “Global research”) è una speculazione completamente infondata e fuorviante che non contiene alcuna evidenza sperimentale.” Proprio questo è il punto. L’articolo di riferimento, così dicendo, fa intendere al lettore che invece gli altri studi (quelli che proverebbero l’innocuità del vaccino) sarebbero basati su evidenze sperimentali. Ma non è così. Tutti sanno che tali evidenze mancano, perché il vaccino è stato diffuso in tempi brevissimi, prima che ci fosse il tempo di raccogliere evidenze sperimentali sugli effetti a medio e lungo termine. Di conseguenza le evidenze sperimentali su tali effetti non ci sono, e non potranno esserci prima del 2023 (2025 o oltre, secondo Luc Montagner). E infatti l’articolo non fa nessuna affermazione, ma si limita a porre all’attenzione del lettore delle possibilità (usando sempre il verbo “may” o anche “could be”) teoriche. E su queste possibilità teoriche nulla si dice. Ma come è imprudente aprire una centrale nucleare sapendo che ci sono pochissime possibilità teoriche della fusione del nocciolo, perché, se essa si verifica, i danni sono incalcolabili, così un adulto responsabile ha tutto il diritto di rifiutare il vaccino, se c’è anche una sola possibilità teorica su 100.000 di venire affetto dal morbo di Alzheimer. Io preferisco avere 880 possibilità su 100.000 (si tratta della mortalità per Covid 19 nella fascia di età superiore a 70 anni in Italia) di morire di covid, che avere anche una sola possibilità su 100.000 in più di quelle comuni alle persone della mia età di morire di morbo di Alzheimer. Che io muoia nei prossimi vent’anni è un evento pressochè sicuro: ed essendo abbondantemente maggiorenne credo di avere il diritto di decidere da me se prendere in considerazione l’allarme lanciato da Classen senza dover essere guidato da “controllori di fatti”, e di avere il diritto di scegliere di arrivare dignitosamente alla fine (foss’anche per soffocamento) piuttosto che arrivarci da demente aggressivo, essendo diventato un peso insopportabile per le persone a me più care e per l’intera società.

  Ma l’articolo che più rivela l’infantilizzazione del mondo (o, meglio, l’infantilizzazione degli utenti di Facebook) è il secondo, intitolato “Uno studio asserisce falsamente che i vaccini contro il covid 19 possono provocare malattie neurodegenerative” Qui si sfiora il ridicolo.  L’articolo è di una certa lunghezza, ma subito all’inizio sono esposte quelle che vengono ritenute le argomentazioni principali, che sono le seguenti. La prima: l’articolo è stato pubblicato sulla rivista Microbiology & Infectious Diseases che è una rivista a fini di profitto, che pubblica gli articoli a pagamento. Invece, come è noto, Pfizer, Astra Zeneca, Johnson & Johnson e tutte le altre società che producono “vaccini” anti Covid sono società filantropiche prive di fini di lucro, evidentemente. La seconda: “l’articolo fu ripubblicato da Global Research, un sito che il dipartimento di stato degli USA ha descritto come profondamente coinvolto nel più vasto sistema di disinformazione della Russia. Ecco: l’articolo non è affidabile, perché sotto sotto ci sono i Russi cattivi!

 Riprendendo il filo del nostro discorso, e tornando al punto 4 di cui sopra, il gregge dei neominorenni deve essere a quanto pare istruito non a giudicare autonomamente le argomentazioni e la metodologia delle posizioni proposte, ma a giudicare la fonte di tali informazioni, esattamente come si fa con i bambini. Dato che i bambini non hanno una facoltà di discernimento sufficientemente sviluppata, per evitare che si mettano nei guai si insegna loro a fidarsi di familiari, parenti e conoscenti, e a non fidarsi degli sconosciuti. Si dice: non accettare caramelle dagli sconosciuti! Tutto questo comporta un punto 5, che è la riduzione di qualunque posizione allo schema elementare amico/nemico. Tutto quel che viene dal nostro gruppo (noi, i buoni, che si fidano del governo e degli scienziati e si sobbarcano il peso di proteggere gli altri, soprattutto i poveri vecchi che da soli non possono decidere il livello di rischio che sono disposti ad affrontare) è affidabile e vero; quello che viene dagli altri, i nemici (quelli che non si fidano del governo e nemmeno degli scienziati e sono dunque retrogradi) è a priori falso, e non va preso nemmeno in considerazione.

E così, in questa situazione di paura ed ansia generalizzata, la stragrande maggioranza accetta di buon grado questa posizione di minorità, crede fermamente in ciò che i mass media spacciano per scienza e crede che i governi mondiali sono buoni, e ci provano delle nostre libertà conquistate con più di due secoli di lotte e sacrifici per il nostro bene: per proteggerci dal virus. Pensare il contrario sarebbe troppo inquietante, come mi ha detto una vecchia amica due o tre mesi fa.

 Come se ne esce? Non lo so. Io mi limito ad ostinarmi a trattare tutte le persone con cui ho a che fare come maggiorenni, capaci di discernimento e di scelta, e soggetti di diritti inalienabili, sperando di riuscire a creare qualche risposta adeguata, e a diffondere il contagio della pretesa di uscire di nuovo dallo stato di minorità. Di più purtroppo, non riesco a fare.