Tre settimane fa a Ventotene, Matteo Renzi, Angela Merkel e Hollande si sono incontrati per discutere del futuro dell’Unione Europea.

Come già espresso in ’Il fallimento dell’UE ed il progetto degli Stati Uniti d’Europa’, noi del Movimento Roosevelt ci saremmo augurati un rilancio del progetto europeo, partendo da una scrittura comune e partecipata della Costituzione Europea, o per lo meno, dalla revisione dei trattati; ma purtroppo ci siamo dovuti  accontentare di molto meno, avendo i tre leader affrontato solo questioni contingenti al dibattito politico corrente.

La nota positiva dell’incontro sembrava però stesse in un’apertura di Angela Merkel a politiche di crescita volte al rilancio degli investimenti e, soprattutto, al rilancio della domanda dei consumatori e delle imprese; insieme ad una collaborazione tra i Paesi del Mediterraneo per arginare l’immigrazione.

Ieri però, all’incontro dell’Ecofin a Bratislava, il Ministro tedesco Wolfgang Schäuble ha attaccato duramente la riunione tra Renzi, Hollande e Tsipras nella quale si intendeva dare seguito al desiderio ed alla progettualità di tali politiche. Il messaggio è stato chiaro: la Germania, aldilà delle conversazioni di Ventotene, continua ad appoggiare la politica dell’austerity.

Ma può la Germania continuare ad appoggiare e proporre politiche economiche e finanziarie  volte a beneficiare solo se stessa, senza, di fatto, rischiare di disgregare l’Unione Europea ed ogni progettualità di unione federale delle nazioni europee?

Secondo noi no.

Persino Draghi, nel suo brevissimo intervento a Bratislava, ha sottolineato che le esportazioni tedesche hanno raggiunto un livello mai toccato prima e che sarebbe ora,  come prescritto dalle regole dell’Unione, che crescessero investimenti e livello dei salari.

Insomma, le politiche economiche e finanziarie europee non possono più beneficiare una singola nazione ed in questa direzione si è parlato di creare la figura di un Ministro delle Finanze europeo che possa fare gli interessi di tutti i paesi dell’Eurozona.

Proposta assennata (sempre che questo ministro non sia proprio Wolfgang Schäuble); ma può un Ministro delle Finanze bastare a ridare respiro al progetto di una Federazione di Stati Europei?

Nel suo editoriale di oggi, Eugenio Scalfari parla dell’urgenza di sviluppare una politica militare comune… Ma come si può pensare ad avere una Politica militare comune senza una linea Politica comune? Difficile da immaginare.

A nostro parere, l’unica via per rilanciare il sogno social-liberale di Spinelli è quella del rilancio del processo di unificazione europeo partendo dalla scrittura di una Costituzione Europea.

Pensare che 27 nazioni con visioni, agende ed interessi diversi possano sedersi ad un tavolo per rilanciare il processo di federalizzazione europeo, sembra oggi difficile. Eppure, forse, non c’è bisogno di riunire tutte e 27 le Nazioni.


Oggi c’è bisogno di coraggio e di trovare un gruppo di volenterosi pronti a fare il primo passo verso la costituzione degli Stati Uniti d’Europa.  E’ altresì necessario che questo gruppo di volenterosi non sia composto solamente da una unione delle nazioni economicamente più solide (come forse voluto da alcuni tecnocrati che hanno in mente solo cifre economiche volte al successo economico e finanziario piuttosto che orizzonti politico-sociali), ma invece da un gruppo di nazioni disposte a lavorare verso lo sviluppo di un nuovo modello sociale, politico ed economico: quello dello Stato di Diritto Europeo descritto, in altre parole, da Spinelli.

Che possano essere proprio Italia, Germania e Francia i tre volenterosi non è da escludere, e forse da sperare.

A breve lanceremo un cantiere di lavoro per una scrittura condivisa di una Costituzione degli Stati Uniti d’Europa. Forse sarebbe il caso di partire da una grande idea, e da un numero ristretto, ma risoluto, di volenterosi.

A prescindere dal numero di nazioni dalle quali far ripartire il progetto di Federalizzazione Europea, ci piacerebbe vedere al tavolo del dibattito quel Mario Draghi che, a detta di Scalfari, sottoscriverebbe e lavorerebbe verso la costituzione degli Stati Uniti d’Europa; cosi da parlare di che ruolo dovrà occupare la BCE in questa nuova realtà geo-politica, ruolo che dovrà necessariamente essere molto diverso da quello attuale.

Marco Moiso