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COMUNICATO STAMPA MOVIMENTO ROOSEVELT (7 gennaio 2020)
MAGALDI: TRUMP SBAGLIA AD ASSASSINARE I NEMICI, MA IL GENERALE SOLEIMANI NON ERA CERTO UN AGNELLINO. AVEVA FERMATO L'ISIS, MA PER CONTO DELLA TEOCRAZIA DI TEHERAN
Il presidente del Movimento Roosevelt: ipocriti gli Usa che attaccano l'Iran ma restano alleati dei sauditi, e ingenuo chi vede un martire nell'arcigno oligarca del Pasdaran​

 

"A volte, tra i falchi reazionari dell'Iran e quelli di Israele ci sono state intese inconfessabili, per alimentare la tensione e quindi consolidare il rispettivo potere". Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, considera "pessima" la pratica degli "omicidi chirurgici" come quello costato la vita al generale iraniano Qasem Soleimani, assassinato il 3 gennaio a Baghdad su ordine di Donald Trump. Un atto che va inquadrato "nella nuova guerra fredda che oppone gli Usa alla Cina: Washington teme che si formino saldature pericolose tra Pechino, Mosca e Teheran". Molto meglio, secondo Magaldi, restituire all'Onu gli strumenti idonei per ridiventare un interlocutore istituzionale autorevolmente presente nelle controversie internazionali. Magaldi denuncia anche "l'ipocrisia degli Usa": mentre attaccano e contestano l'Iran, in Medio Oriente "gli Stati Uniti sono alleati con un regime altrettanto feroce, illiberale e antidemocratico come quello della teocrazia sunnita dell'Arabia Saudita".

Al tempo stesso, Magaldi invita a non fare di Soleimani un martire: "Evitiamo il semplicismo del sentimento antiamericano, che oggi si proietta anche su figure del mondo islamico incompatibili con la democrazia e la libertà". Per il presidente del Movimento Roosevelt, Soleimani era stato anche "un macellaio, con molti morti sulla coscienza", specie in relazione "al terrorismo libanese". Insomma, il generale "non era un agnellino, come del resto i suoi Pasdaran, che sono anche una potenza economica". Certo, in Iraq e in Siria lo stratega iraniano è stato determinante nello sconfiggere l'Isis, ma - secondo Magaldi - al fondamentalismo sunnita del Califfato ha opposto un fondamentalismo concorrenziale, quello teocratico dell'Iran:"Il massone conservatore Soleimani era legatissimo al vertice più reazionario e autoritario del mondo sciita, incarnato dall'ayatollah Khamenei, esponente di una casta ipocrita che si è enormemente arricchita alle spalle dei sudditi, privi di veri diritti civili e di una giustizia degna di questo nome".