Deep State: il presidente del Movimento Roosevelt annuncia clamorose rivelazioni – nel convegno in programma a Milano il 3 maggio – sulla misteriosa sparizione dell'insigne economista keynesiano, nel 1987, collegata agli omicidi del premier svedese e del leader rivoluzionario africano
"C'è un filo rosso che collega la sparizione di Federico Caffè agli omicidi di Olof Palme e Thomas Sankara". In web-streaming su YouTube il 15 aprile con Fabio Frabetti di "Border Nights", con queste parole Gioele Magaldi annuncia clamorose rivelazioni su uno dei misteri irrisolti della storia italiana: la scomparsa dell'insigne economista keynesiano Caffè, maestro di tanti protagonisti dell'economia di oggi, a partire da Mario Draghi, presidente della BCE. Il professor Caffè scomparve senza lasciare traccia dalla sua abitazione di Roma il 15 aprile 1987. Un anno prima, a Stoccolma, era stato assassinato (da un killer tuttora ignoto) il premier svedese Olof Palme, carismatico leader della socialdemocrazia nord-europea, fermato a un passo dall'essere eletto segretario generale dell'Onu. Un anno dopo – il 15 ottobre 1987, a pochi mesi dalla sparizione di Caffè – fu ucciso Sankara, presidente rivoluzionario del Burkina Faso, dopo aver denunciato il ricatto del debito estero con il quale viene soffocata la sovranità dell'Africa (da cui l'esodo dei migranti, che tuttora l'Europa sta vivendo).
"C'è un filo rosso che collega la sparizione di Federico Caffè agli omicidi di Olof Palme e Thomas Sankara". In web-streaming su YouTube il 15 aprile con Fabio Frabetti di "Border Nights", con queste parole Gioele Magaldi annuncia clamorose rivelazioni su uno dei misteri irrisolti della storia italiana: la scomparsa dell'insigne economista keynesiano Caffè, maestro di tanti protagonisti dell'economia di oggi, a partire da Mario Draghi, presidente della BCE. Il professor Caffè scomparve senza lasciare traccia dalla sua abitazione di Roma il 15 aprile 1987. Un anno prima, a Stoccolma, era stato assassinato (da un killer tuttora ignoto) il premier svedese Olof Palme, carismatico leader della socialdemocrazia nord-europea, fermato a un passo dall'essere eletto segretario generale dell'Onu. Un anno dopo – il 15 ottobre 1987, a pochi mesi dalla sparizione di Caffè – fu ucciso Sankara, presidente rivoluzionario del Burkina Faso, dopo aver denunciato il ricatto del debito estero con il quale viene soffocata la sovranità dell'Africa (da cui l'esodo dei migranti, che tuttora l'Europa sta vivendo).
Due morti e una misteriosa scomparsa, secondo Gioele Magaldi collegate dalla stessa logica e dalla stessa mano: "Quella del Deep State massonico e neoaristocratico che stava preparando l'avvento del neoliberismo, imposto con la globalizzazione mercantile senza diritti né democrazia". A svelare illuminanti retroscena sarà lo stesso Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, nell'ambito del convegno "Nel segno di Carlo Rosselli, Olof Palme e Thomas Sankara, contro la crisi globale della democrazia", in programma a Milano il prossimo 3 maggio a Palazzo Moriggia, sede del Museo del Risorgimento. Oltre a Magaldi, a fornire altre clamorose rivelazioni sarà l'economista Nino Galloni, anch'esso allievo del professor Caffè, che influenzò la formazione di tecnici dell'economia come Ignazio Visco (Bankitalia), Giuseppe Ciccarone (La Sapienza) nonché Franco Archibugi, Giorgio Ruffolo, Luigi Spaventa, Marcello De Cecco, Ezio Tarantelli (assassinato dalle BR) e lo stesso Alberto Bagnai, ora senatore leghista, insieme a Bruno Amoroso, Guido Rey, Pierluigi Ciocca, Enrico Giovannini e molti altri.
Se lo "Stato profondo" radicato trasversalmente in ogni paese cospirò per fermare i difensori della democrazia – avverte Magaldi – la notizia è che oggi a quel Deep State "non conviene più agire in quel modo, eliminando gli avversari". Così Magaldi risponde al deputato pentastellato Pino Cabras, che al convegno sul "New Deal Europeo" (promosso a Londra il 30 marzo scorso sempre dal Movimento Roosevelt) aveva apertamente denunciato la presenza dello "Stato profondo" nello stesso governo Conte, impegnato a frenare l'azione dell'esecutivo. "Quella di Cabras è stata una denuncia coraggiosa, peraltro silenziata dai media italiani", dice Magaldi. L'importante, però – aggiunge – è che il Deep State non diventi un alibi: "Il governo gialloverde non ci ha nemmeno provato, a lottare per infrangere il dogma neoliberista del rigore finanziario imposto da Bruxelles". E aggiunge: "Non abbiano paura, i politici intenzionati a servire il popolo: oggi, in quello stesso Deep State si stanno rafforzando le componenti della massoneria progressista, decise a vigilare sul rispetto del libero gioco democratico. La loro sola presenza basta a scoraggiare chi vorrebbe continuare a piegare la democrazia a interessi opachi di natura privata: un gioco sporco, che ormai a quei signori non conviene più". Tutto sta cambiando, insiste Magaldi. La riprova? Sono le rivelazioni attese al convegno di Milano: una denuncia clamorosa, a viso aperto, del Deep State che eliminò Palme e Sankara, facendo sparire anche Caffè, per poter poi imporre senza più ostacoli l'attuale neoliberismo globalizzato.
UFFICIO STAMPA MOVIMENTO ROOSEVELT (www.movimentoroosevelt.com)
Alessio Altieri
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(Articolo del 16 aprile 2019)