20150825
20150825

Libertà, Uguaglianza, Fraternità
sono tre parole molto significative per la cultura progressista e il solo pronunciarle allarga le menti e i polmoni. Spesso però dimentichiamo che queste importanti parole sono state scritte con il sangue e che la loro natura impone principi rigorosi.  Se osserviamo alcune rappresentazioni simboliche, post rivoluzione francese, è possibile notare i  principi cardine su cui si fondano la Libertà e l’Uguaglianza.

Per esempio la Libertà (come si vede nella figura) veniva rappresentata come una donna guerriera affiancata dal gallo francese,  armata di una picca alla cui sommità vi è il berretto frigio. Il berretto frigio risale nella storia al culto di Mithra, un antico culto solare risalente al III° sec. d.C.  che è connesso con il tema del sacrificio e della rinascita: versare il sangue è necessario per celebrare la rinascita. Nel culto di Mithra la divinità viene rappresentata con le due raffigurazioni del dio: come uomo e come toro (l'uomo sacrifica il toro).


La Libertà tiene con la mano sinistra la Picca, che è un simbolo militare, per cui si ottiene la libertà solo combattendo anche fino all’estremo sacrificio della propria vita, infatti non a caso la punta della picca è coperta dal berretto frigio a ricordare che per questa nobile causa non può esserci differenza tra chi sacrifica e chi viene sacrificato, tra chi uccide e chi viene ucciso (come è nel culto mithraico). La Picca è anche un antico simbolo della tradizione celtica che ritroviamo, in un interessante sincretismo, rinominata come lancia di Longino. Si tratta di una lancia magica, dono degli dei agli uomini più valorosi, che sarebbe in grado di distruggere ogni nemico. La natura combattiva e di sacrificio della Libertà sono i suoi aspetti “sinistri”, emotivi e segreti, perpetrati in una sorta di patto sacro tra uomini illuminati e Dio. Nella parte destra la Libertà poggia la mano su una tavola dove non c’è scritto nulla forse per lasciare uno spazio vuoto alla Storia che sotto la sua influenza dovrà ancora essere scritta.      

L’Uguaglianza viene raffigurata anche essa in forma femminile, come una donna appoggiata con la mano sinistra sulla tavola dei diritti dell’uomo, mentre con la mano destra regge una livella (simbolo profano della misura). Anche in questo caso sembra che i rivoluzionari francesi abbiano voluto indicare su quali principi si debba basare il valore dell’uguaglianza: da un lato i Diritti dell’uomo, dall’altro la Misura.  Non è un caso però che i diritti stiano a sinistra e la misura a destra, perché un diritto può essere garantito solo nella misura in cui… !  Infatti il diritto si amministra nella misura o meglio attraverso un sistema razionale: politico- normativo- comunitario fatto di regole e doveri che siano garanzia per tutti.

Cosa fare quando la misura non sta al passo con i tempi? 

Si tratta di una questione contemporanea connessa con il mondo globalizzato che ha trasformato i termini cultura e civiltà in dimensioni “liquide”. Ormai siamo cittadini del mondo il che significa avere radici corte ed essere pronti ad adattarci a tutto, ma il rischio è un mondo senza confini che anela con la mano sinistra il desiderio di infinito lasciando la mano destra con una misura liquida ed inadeguata. Il prof. Carotenuto osservava che il desiderio d’infinito porta alla giustificazione più radicale dell’odio e del male perché elimina dal Sé tutto ciò che viene definito male, per poi proiettarlo all’esterno, sul mondo e sulla realtà.     L’assenza di confini è tipica di un pensiero psicotico, scisso e frantumato che se applicato nella politica porta a visioni monoculari della realtà, “sinistre” o “destre” che siano.                                                                      Si assiste oggi a qualcosa di simile riguardo al tema dell’accoglienza, dove si passa dai respingimenti senza se e senza ma, all’ accoglienza senza se e senza ma o meglio ad una “accoglienza all’infinito” in nome di una “mano sinistra” appoggiata sulla tavola dei diritti dell’uomo, che senza una misura razionale finisce con il liberare energie irrazionali e regressive che portano il cittadino comune a vivere la convivenza come una forzatura e una violenza. Quando “l’Antropos” percepisce la minaccia regredisce liberando istinti antichi, mentre le coscienze e le anime rischiano di essere dominate dagli archetipi; lo stesso Jung osserva che non esiste limite alla brutalità in una mente dominata dagli archetipi.    

Per cui sarebbe importante non dimenticare gli insegnamenti del passato che ci permettono di avere una visione binoculare dei nobili valori verso cui abbiamo liberamente aderito. Ricordandoci che le parole Libertà, Uguaglianza e Fraternità sono state scritte con il sangue.  Tra l’altro è noto che ci sono volute ben due guerre mondiali e milioni di morti per costruire un’ Europa pacificata e attenta ai diritti dell’uomo ed non è illogico affermare che la costruzione di una Civiltà Rinnovata si possa basare anche su l’avvicendarsi di ‘catarsi violente’.