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    Segnaliamo un evento non rooseveltiano, ma in cui sono coinvolti due importanti dirigenti MR come Gioele Magaldi e GianfrancoPecoraro (Carpeoro). Un evento molto interessante per cittadine e cittadini, donne e uomini di ogni estrazione sociale.Un...

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  • Eletti Nuovo Ufficio di Presidenza MR Comunicazioni Movimento Roosevelt Lunedì, 15 Agosto 2022 11:15

    Nuovo Ufficio di Presidenza MR e risultanze Assemblea del 17 luglio, in attesa dell’Assemblea Generale di settembre 20 Rendiamo noto a tutti i soci MR, alla più larga comunità rooseveltiana (composta da simpatizzanti MR non più o non ancora...

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    Convocazione Consulta Generale via Zoom di giovedì 7 luglio (19:30) e delle Due Giornate MR di sabato 16 ( eventi MR politico-culturali e sportivi) e domenica 17 (Assemblea Generale MR) luglio 2022 a Roma   Con il presente Comunicato/Dispositivo...

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  • Consulta Generale MR di lunedì 21 marzo alle 19 Comunicazioni Movimento Roosevelt Venerdì, 18 Marzo 2022 08:15

    Consulta Generale MR di lunedì 21 marzo 2022, ore 19Carissimi soci, come da comunicati ufficiosi già inviati, ribadiamo la convocazione, per lunedì 21 marzo 2022 (lunedì prossimo), alle ore 19, tramite il supporto telematico Zoom, della Consulta...

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  • Il nome della Rosa; la coerenza delle idee senza i dogmi dell’ortodossia Marco Moiso Giovedì, 20 Gennaio 2022 13:05

    É davvero ammirevole come ne “Il nome della Rosa” Umberto Eco già analizzasse come le grandi narrazioni possano avere presa sulle persone che non esercitano il pensiero critico; nonostante le distorsioni e le incoerenze tra narrazione e fatti e...

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  • Le false questioni che distraggono l'opinione pubblica: articolo di Daniele Cavaleiro Comunicazioni Movimento Roosevelt Martedì, 23 Novembre 2021 20:54

    Le false questioni che distraggono l'opinione pubblica: articolo di Daniele Cavaleiro No vax o si vax, no mask o si mask e poi il green pass, ma sono proprio queste le tematiche così importanti che la nostra società deve affrontare? Personalmente, non mi...

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Qualcosa è (forse) cambiato?

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Anche se in maniera ancora discontinua, forse confusionaria e comunque tardiva, la diplomazia italiana inizia a destarsi dallo stato ectoplasmatico in cui si trovava. Almeno inizia a produrre proposte che non si limitano solo al solito predicozzo sul fatto che la soluzione diplomatica è l'unica possibile e su inviti generici alla tregua, che in questo momento, purtroppo, valgono meno di niente. (nessuno di loro deve aver letto Carl von Klausewitz che scriveva che"la guerra è" (purtroppo, aggiungo) "la prosecuzione della diplomazia con altri mezzi". L'invio di un contingente europeo, che è l'unico modo per rendere efficiente un embargo navale che da solo favorirevve solamente Haftar che si vedrebbe comunque rifornito via terra, però potrebbe porre dei problemi e risvolti non previsti dallo stesso di Maio. Per rendere duratura una tregua, ci deve essere un effetto deterrente. Non basta l'atto di presenza e il "noi ci siamo" come molto spesso pensa la politica italiana. la Libia, NON è come dice di Maio il Libano e bisogna che il contingente eventuale reagisca a ogni violazione significativa con durezza, per avere un vero effetto deterrente.

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Embarghi, Balletti e Merletti (diplomatici)

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L'embargo proposto dall'Europa alla fine favorirà Haftar, se verrà attuato e potrebbe portare a una maggior probabilità di scontro con la Turchia. A lui le armi comunque arriveranno via terra attraverso l'Egitto e provenienti da tutti gli altri paesi che l'appoggiano. A Sarraj possono solo arrivare via mare. Un embargo valido di questo tipo potrebbe avere senso per Sarraj solo con la precisa garanzia di un intervento UE in caso di ulteriori avanzate di Haftar. Non vorrei che questa proposta non sia altro che una polpetta avvelenata progettata da chi ha tutto l'interesse di rafforzare ulteriormente Haftar. (i Francesi)

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Cosa direbbe un premio Nobel per la pace sul pacifismo?



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Durante la scorsa puntata di Massoneria on Air, con Fabio Fabretti, Gioele Magaldi e Paolo Franceschetti, abbiamo parlato di quello che sta avvenendo in Iran e dell’uccisione di Soleimani.

Diversamente da quanto già discusso dai media main stream e anche da Gioele Magaldi su Gioele Magaldi Racconta, Paolo Franceschetti ha voluto intelligentemente impostare l’argomento sul piano spirituale.

Cosa significa essere pacifisti? È giusto porgere sempre l’altra guancia? O il debole ha diritto a difendersi dall’oppressore anche con l’uso della forza?

Abbiamo provato a rispondere a queste domande, con tre punti di vista diversi. Vi invito a seguire la puntata perché è stata davvero interessante.

Nel frattempo, ho trovato una frase che volevo condividere di Elie Wiesel: premio Nobel per la pace (1986), è stato uno scrittore, giornalista, saggista, attivista per i diritti umani… e superstite dell’olocausto.

 

We must always take sides. Neutrality helps the oppressor, never the victim. Silence encourages the tormentor, never the tormented.

Dobbiamo sempre scegliere da che parte stare. La neutralità aiuta loppressore, non la vittima. Il silenzio aiuta chi tormenta, non i tormentati.

Comunicato Stampa MR: precisi distinguo sulla questione Soleimani

 
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COMUNICATO STAMPA MOVIMENTO ROOSEVELT (7 gennaio 2020)
MAGALDI: TRUMP SBAGLIA AD ASSASSINARE I NEMICI, MA IL GENERALE SOLEIMANI NON ERA CERTO UN AGNELLINO. AVEVA FERMATO L'ISIS, MA PER CONTO DELLA TEOCRAZIA DI TEHERAN
Il presidente del Movimento Roosevelt: ipocriti gli Usa che attaccano l'Iran ma restano alleati dei sauditi, e ingenuo chi vede un martire nell'arcigno oligarca del Pasdaran​

 

"A volte, tra i falchi reazionari dell'Iran e quelli di Israele ci sono state intese inconfessabili, per alimentare la tensione e quindi consolidare il rispettivo potere". Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, considera "pessima" la pratica degli "omicidi chirurgici" come quello costato la vita al generale iraniano Qasem Soleimani, assassinato il 3 gennaio a Baghdad su ordine di Donald Trump. Un atto che va inquadrato "nella nuova guerra fredda che oppone gli Usa alla Cina: Washington teme che si formino saldature pericolose tra Pechino, Mosca e Teheran". Molto meglio, secondo Magaldi, restituire all'Onu gli strumenti idonei per ridiventare un interlocutore istituzionale autorevolmente presente nelle controversie internazionali. Magaldi denuncia anche "l'ipocrisia degli Usa": mentre attaccano e contestano l'Iran, in Medio Oriente "gli Stati Uniti sono alleati con un regime altrettanto feroce, illiberale e antidemocratico come quello della teocrazia sunnita dell'Arabia Saudita".

Al tempo stesso, Magaldi invita a non fare di Soleimani un martire: "Evitiamo il semplicismo del sentimento antiamericano, che oggi si proietta anche su figure del mondo islamico incompatibili con la democrazia e la libertà". Per il presidente del Movimento Roosevelt, Soleimani era stato anche "un macellaio, con molti morti sulla coscienza", specie in relazione "al terrorismo libanese". Insomma, il generale "non era un agnellino, come del resto i suoi Pasdaran, che sono anche una potenza economica". Certo, in Iraq e in Siria lo stratega iraniano è stato determinante nello sconfiggere l'Isis, ma - secondo Magaldi - al fondamentalismo sunnita del Califfato ha opposto un fondamentalismo concorrenziale, quello teocratico dell'Iran:"Il massone conservatore Soleimani era legatissimo al vertice più reazionario e autoritario del mondo sciita, incarnato dall'ayatollah Khamenei, esponente di una casta ipocrita che si è enormemente arricchita alle spalle dei sudditi, privi di veri diritti civili e di una giustizia degna di questo nome".





Intrecci mediterranei e il rischio di rimanerne soffocati.

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Per comprendere come si può ancora agire in Libia bisogna prima aver ben chiara la situazione e capire come si è arrivati a questo punto.

Il parlamento turco ha appena approvato il possibile invio di truppe regolari turche il Libia. Per valutare le implicazioni e le conseguenze dell’intervento turco bisogna partire da lontano, dalla Siria.

Le atrocità e i soprusi perpetrati in Siria, sembrano aver poco a che fare con quello che sta accadendo in Libia, eppure non è così.

Per quanto l'Oservatorio sui Diritti non è sempre stato preciso e imparziale, i numeri sono stati grossomodo confermati anche da altre fonti. https://raiawadunia.com/rojava-la-turchia-usa-larma-infame-dello-stupro-di-guerra-contro-le-donne-curde/

https://it.insideover.com/guerra/i-crimini-di-guerra-turchi-nel-nord-est-della-siria.html

 e non solo queste citate per brevità.

La maggior parte di queste azioni sono state effettuate non dall'esercito turco regolare, ma da chi fa il lavoro sporco per Erdogan cioè le milizie fondamentaliste islamiche, jihadiste, tra cui Al Nusra (praticamente una costola di Al Qaida) responsabili tra l’altro dell'efferata uccisione di Hevrin Khalaf, la femminista e attivista curda  dei diritti civili.

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Onore a Paragone, espulso: ma che ci faceva, uno come lui, nei 5 Stelle?

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Gianluigi Paragone in rotta coi 5 Stelle? Ovvio, data la caratura politica del personaggio. E' stato l'unico giornalista italiano (televisivo, per giunta) ad aver osato dare spazio a un ultra-eretico come Paolo Barnard, il primo a denunciare l'euro come strumento di dominazione finanziaria post-democratica, dopo essersi speso - con larghissimo anticipo su chiunque altro - nel divulgare in termini popolari, per i non addetti, i fondamentali della materia oscura (economica, finanziaria) che si è impossessata della politica, trasformando i partiti in semplici passacarte, meri esecutori - per lo più ignoranti - di decisioni altrui. Fa decisamente onore, a Paragone, il fatto di venir finalmente espulso dalla congrega grillina che fa da stampella al Pd e tiene in vita l'orrendo governo Conte, protetto dalle cancellerie europee anti-italiane e mantenuto insieme solo dal terrore delle elezioni anticipate, cioè la fine dei privilegi per le centinaia di signori-nessuno che Beppe Grillo ha miracolato, trasformandoli provvisoriamente in parlamentari. A sconcertare, semmai, è la scelta compiuta da Paragone due anni fa, quando decise di candidarsi proprio con loro, i grillini, che avevano già cominciato a gettare la maschera: risale infatti al 2016 il tentato trasloco, a Strasburgo, tra le file dell'Alde iper-eurista, fierissimo dell'infame austerity imposta agli europei.

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Ex ILVA tra ambiente, politica industriale e geopolitica.

L'IPOTESI DEL PIANO INDUSTRIALE DEL GOVERNO SULL'ILVA.
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In attesa di conoscerlo e studiarlo più a fondo, alcune brevi considerazioni, premesso che tutto quello che è utile per la riduzione dell'impatto ambientale, per il mantenimento dell'occupazione e per il mantenimento del settore strategico della siderurgia è comunque positivo (ma è sufficiente?),

La riduzione dell'impiego di coke è significativa, grazie all'impiego di tecnologie nuove e di materiali ferrosi pre ridotti che tra l'altro aumentano la qualità dell'acciao essendo prodotto da materiali e ferrosi primari invece di rottami ferrosi. Però forse si poteva essere più coraggiosi estendendo la produzione attraverso forni elettrici alimentati a gas a una quota maggiore di produzione (ricordiamo che il gas inquina il 70% in meno del carbone) Ciò non toglie che possano esserci dei miglioramenti futuri quando altri tipi di tecnologie saranno mature.

A proposito di nuove tecnologie sarebbe stata l'occasione per sperimentarne altre, anche se non ancora consolidate, come quelle a idrogeno verde, implementando così un circolo di produzione energetica virtuoso. Non avrebbe potuto avere una quota alta di produzione in quanto ancora non totalmente sperimentato, quindi a impatto economico incerto, ma potrebbe gettare le basi per un più vasto impiego futuro. https://www.qualenergia.it/articoli/la-scommessa-dellidrogeno-verde-per-unacciaieria-in-funzione-un-impianto-pilota-da-6-mw-in-austria/

"E’ chiaro però che per realizzare tutto questo, servirà acquistare gas ed energia dal mercato ad un costo economicamente conveniente. Non solo perché i due impianti che produrranno il preridotto saranno alimentati a gas (il che potrebbe anche portare a rispolverare l’idea di costruire un rigassificatore sul territorio tarantino: chi si ricorda la battaglia di diverse associazioni tra cui Peacelink e Legambiente contro la Gas Natural tra il 2004 e il 2007 che voleva costruire un rigassificatore alle spalle dell’Eni?), ma soprattutto perché per alimentare i due forni elettrici non basterà l’energia prodotta dalle centrali termoelettriche presenti oggi nel siderurgico, che attraverso il recupero dei gas daltoforno alimentano l’area a caldo.

E’ chiaro quindi che in questa partita la Snam per il gas e la Saipem per l’energia potrebbero essere in qualche modo coinvolte."

Quanto citato, per andare su tematiche più apertamente geopolitiche, è paradigmatico di quanto importante sia per l'Italia la partita che si gioca nel Mediterraneo centro-orientale sullo sfruttamento dei giacimenti di gas presenti al largo di Cipro, dell'Egitto, della Grecia e della Libia, e di quanto siano connesse le situazioni geopolitiche che vanno da Kurdistan siriano, alla Turchia, a Cipro, per arrivare alle coste libiche. Ecco perchè lo stesso TAP, che arriva in Puglia, è un tassello importante nella politica industriale, come lo sarà il gasdotto che passerà attraverso Cipro e la Grecia.( e che 5S hanno tentato di boicottare a livello europeo) Non dimentichiamo che in ballo ci sono valori che sfiorano l'intero PIL italiano e che l'ENI è la compagnia che ha la maggior percentuale di diritti di sfruttamento e non a caso nell'operazione Accelor M. vengono coinvolte anche SNAM e Saipem Avere quel gas, sicuro,non influenzato da insicurezze di approvvigionamento, a basso prezzo è fondamentale per la nostra economia, e l'ILVA ne è solo un esempio Il nostro torpore geopolitico in Libia e Eastmed (dove torneremo con appositi post) si ripercuote anche sulle nostre dinamiche industriali.

Abbiamo visto che l'interesse principale di Accelor Mittal è stato in Europa quello di acquisire importanti pezzi della siderurgia per poi chiuderli, dopo averne acquisito la clientela, per riversare la produzione nei paesi emergenti ed eliminare la concorrenza. Con una quota del 60% dell'ILVA A.M. potrebbe tentare di realizzare questo piano anche nel futuro. Niente ci garantisce che non lo farà con qualche scusa. Come infatti è avvenuto dopo le avventate e ingenue rassicurazioni di di Maio che aveva dichiarato qualche mese fa di aver risolto il problema in poche settimane... Perlomeno, visto che CDP e INVITALIA avranno quote significative nel consorzio (guarda caso CDP era presente anche nel piano industriale, molto migliore e realistico di Del Vecchio), sarebbe opportuno, anzi fondamentale, creare una Golden Share, come avviene in altre industrie partecipate statali strategiche come Fincantieri e Leonardo, in maniero che lo Stato abbia l'ultima parola sulla strategia industriale del Gruppo.
https://www.corriereditaranto.it/2019/12/27/ex-ilva-ecco-il-piano-industriale-del-governo-per-arcelormittal4/?fbclid=IwAR0Zdf53FFCXzECN23sav5wkYsrKY2xD9MwRGSk7hACv7E8j2MOmuxboWX8

Comunicato stampa Movimento Roosevelt - Magaldi ai magistrati: sono a disposizione per spiegarvi quale massoneria ha messo davvero in pericolo l'Italia, ben al di sopra della 'ndrangheta di cui si occupa Gratteri

Il presidente del Movimento Roosevelt accusa Draghi e Prodi, che privatizzarono il paese in modo devastante obbedendo a ordini super-massonici. E aggiunge: la vera omertà mafiosa e' quella dei media, che tacciono di fronte al vero legame tra massoneria e potere

"Sono a disposizione per spiegare alla magistratura che, se vuole indagare su gravi danni arrecati alla collettività, deve occuparsi delle privatizzazioni fatte negli anni '90, in Italia: perché lì ci sono danni molto più grandi di quelli che possa procurare qualunque intreccio tra massoneria di "peones" e malavita di scalcinati". Il massone Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt e gran maestro del Grande Oriente Democratico, contesta con queste parole il clamore mediatico suscitato dall'inchiesta calabrese condotta da Nicola Gratteri attorno a Giancarlo Pittelli e al presunto legame tra 'ndrangheta e massoneria nel Vibonese. "Troppi articoli di giornale - afferma Magaldi - sono scritti da gente che di massoneria non sa e non capisce nulla. E forse - e questo è ancora più grave - di massoneria capisce poco o nulla anche la magistratura. O fa finta di non capire? Non lo so".

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Tripoli, bel suol di torpore (italico)

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Turchia, Libia, Francia sono i problemi geopolitici principali dell'Italia e sono collegati tra loro.. Lo dicevamo un anno fa alla fine dell'articolo linkato e purtroppo si sta avverando.

 https://blog.movimentoroosevelt.com/blog/1846-geopolitica-cosa-e-esattamente.html

Le conseguenze dell'accorso tra la Libia di Sarraj e la Turchia di Erdogan, accordo che definisce le rispettive ZEE e i loro confini, come se in mezzo non ci fossero Cipro, Creta, una miriade di altre isole greche, l'Egitto e Israele, sta iniziando a corrodere gli equilibri internazionali. La nave Bast Galim della Israel Oceanographic Research che stava effettuando ricerche per conto del legittimo governo cipriota, è stata allontanata con la forza da navi turche. Israele, ha risposto effettuando in questi giorni esercitazioni navali congiunte con Cipro proprio nelle stesse acque con la partecipazione anche di assetti aerei.La tensione quindi sta aumentando. Per certi versi, anche se può apparire assurdo, le origini di tale stato di cose possono, in parte, essere imputabili anche alla politica di indecisione dell'Italia. Sarraj ha fatto un grosso passo falso nell'accettare quegli accordi farlocchi (che non rispettano nessuna convenzione internazionale come ad esempio la UNCLOS,) Ma mettiamoci nei suoi panni: è in estrema difficoltà a causa degli aiuti sempre più consistenti da parte di Egitto, Arabia, EAU, Russia a Haftar.

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Basta fango: se tutti i partiti italiani si unissero, per salvare il paese

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Fango su fango, per produrre altro fango, lungo un desolato orizzonte di fango. Tutto è uguale a niente, ormai? Buio sul povero Giulio Regeni, massacrato in Egitto: anni di parole contro il truce regime del Cairo, e silenzio assordante sugli elusivi committenti di Giulio, le ambigue e reticenti agenzie di Cambridge che probabilmente lo mandarono al macello, a sua insaputa. Fango su fango, anche se si vuole inquadrare il martirio dei migranti: tutto sembra risolversi nell'insulso derby violento all'italiana, pro o contro Salvini, senza uno sputo di analisi sull'immane tragedia dell'Africa. Solo maschere, per questo piccolo avanspettacolo nutrito di personaggi come Carola Rackete e Greta Thunberg (perfetta, la svedese, per eludere - con il suo dogma climatico - il vero dramma dell'avvelenamento terrestre). A vincere è il fango, declinato ovunque. Fango sulla Russia, anche in salsa olimpionica: tutto si esaurisce negli ipotetici Russiagate, senza che nessuno si interroghi sul ruolo di Mosca, di Bruxelles, di Berlino e di Washington. I media fotografano una società che, anziché pensare, insulta. Fango su Trump, per le presunte intrusioni in Ucraina, dopo che il paese fu travolto da una rivoluzione colorata, progettata a tavolino e finita con la consegna del gas ucraino al figlio di Joe Biden, allora vice di Obama. Fango su tutti, a turno: sui siriani e gli iracheni, sui palestinesi, sui curdi.

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