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Lo scorso venerdì 2 marzo 2018 c’è stato a Torino un’interessante incontro tra MR Piemonte ed ex CRAB (Centro di riferimento per l’Agricoltura Biologica) in seguito alla proposta di Giorgio Cattaneo e Patrizia Scanu. Il CRAB è stato chiuso nel 2012 a causa della “spending review” montiana. Potete trovare qui una dettagliata introduzione alla vicenda:
https://blog.movimentoroosevelt.com/home/1462-come-la-mala-politica-distrugge-l-economia-sana-un-importante-iniziativa-proposta-da-giorgio-cattaneo-per-il-mr-piemonte-e-il-mr-italia.html

Per il CRAB erano presenti l’ex direttore Massimo Pinna e gli ex ricercatori Irene Benvegna e Valerio Viotti. Massimo Pinna ha ripercorso brevemente la storia del CRAB, raccontando l’assurdità della chiusura del Centro a fine 2012, tra l’altro in un momento in cui si stava espandendo e si era appena trasferito da Bibiana a Luserna (TO), in una nuova sede più spaziosa e attrezzata della precedente. Ci hanno raccontato di come il loro lavoro era diventato un solido punto di riferimento per le aziende agricole del settore e delle numerose collaborazioni che erano in essere sia con i produttori che con altri centri europei e con l’Università. Il risultato è che oggi un comparto strategico per l’economia nazionale come quello dell’agricoltura biologica soffre la mancanza di istituti di supporto scientifico fondamentali, vista la complessità di questa scienza agricola rispetto a quella convenzionale.

A questo proposito posso riportare la mia testimonianza diretta come appassionato e semi-diretta avendo due fratelli e una “cognata” che lavorano nel settore. In agricoltura convenzionale si prevengono i tipici problemi delle infestanti e dei parassiti con i rispettivi diserbanti, anticrittogamici, antiparassitari, ecc. di origine sintetica. Se si verifica un problema parassitario o di altro genere a coltura avanzata, ci si reca nei negozi specializzati ad acquistare il prodotto adatto. Per ogni problema c’è il relativo rimedio chimico. Infatti c’è alle spalle un’industria con profitti enormi (Monsanto tanto per fare un nome) che ovviamente spinge il metodo convenzionale. L’effetto collaterale che conosciamo è la massiccia quantità di residui di quei prodotti chimici artificiali nei cibi che mangiamo e nell’ambiente con conseguenze sulla salute delle persone e il susseguente impatto economico sul sistema sanitario nazionale.

Un altro effetto negativo da non trascurare nel metodo convenzionale è l’impoverimento culturale degli agricoltori. Essi non devono ingegnarsi, per ogni problema basta acquistare il prodotto indicato. Dal dopoguerra in avanti, con questo modello egemone, si è già persa tantissima conoscenza agraria di tecniche sostenibili di coltivazione.

Per nostra fortuna però quell’agricoltura tradizionale, tramandata dalla notte dei tempi, non si è persa del tutto e oggi rivive nell'agricoltura biologica. Con lo scopo primario di eliminare l’uso di prodotti sintetici (che altro non sono che veleni per eliminare gli ospiti non graditi, come funghi, insetti, erbacce, ecc) e quindi produrre alimenti sani e bilanciati, (ricchi di tutti gli elementi e oligo elementi e non solo di azoto, fosforo, potassio di cui si compongono i concimi chimici, come se la vita si potesse ridurre a quei tre elementi) e rispettare l’ambiente, l’agricoltura cosiddetta biologica attinge alle vecchie conoscenze agrarie e alle nuove frutto della sperimentazione delle stesse aziende agricole e della ricerca scientifica di Istituzioni come il CRAB.

Il problema fondamentale per un’azienda agricola biologica è che quando si verifica un problema esteso di infestazione, non esiste facile rimedio sintetico, ma più semplicemente si perde il raccolto, con tutte le conseguenze economiche immaginabili. Per questo motivo è tutto molto più complesso e interessante. Richiede agricoltori preparati, con continui controlli in campo, creazione di terreno fertile e equilibrato, studio dell’ecosistema, utilizzo della lotta biologica, conoscenza degli antagonisti naturali dei parassiti, ecc. ecc.

E’ facile quindi immaginare quanto sia assolutamente fondamentale l’esistenza di enti di ricerca e di supporto in questo campo, senza i quali le possibilità di sviluppo dell’agricoltura biologica e con essa la qualità e la salute della nostra vita sono molto difficili.

Ecco perché secondo me vale la pena di provare ad aprire un cantiere insieme al (ex) CRAB, per non parlare di tutti gli annessi e connessi in ambito economico già evidenziati da Patrizia e Giorgio nel post riportato.
Questo è stato un primo incontro conoscitivo a cui probabilmente ne seguiranno altri in cui proveremo ad immaginare delle iniziative da mettere in piedi per risvegliare l’attenzione sulla vicenda, iniziando magari a raccontarla (come saggiamente suggerito da Patrizia) attraverso la produzione di materiali (video, pamphlet, etc) da divulgare opportunamente.