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Gioele Magaldi: «Il Partito Democratico (PD) è stato un progetto politico potenzialmente molto bello, serio e ambizioso per dare all'Italia un fronte comune di democratici, socialisti, liberali e libertari, accomunati da una presunta agenda progressista...
Era un progetto che, nel 2007, quando nacque, poteva attrarre e attrasse italiani non solo tradizionalmente schierati nel sedicente "centrosinistra", ma anche cittadini abituati a votare o a simpatizzare per soggetti politici di sedicente "centrodestra". Come disse Piero Fassino, all'inizio del processo costituente: "Diamo vita al Partito Democratico non per un'esigenza dei DS o della Margherita o di un ceto politico. No. Il Partito Democratico è una necessità del Paese, serve all'Italia. Vogliamo dare vita ad un soggetto politico non moderato o centrista, bensì progressista, riformista e riformatore". Cosa ne è stato di quel progetto originario? Poco o nulla, come spiega magistralmente anche Sergio Magaldi in http://zibaldone-sergio.blogspot.it/…/perche-il-partito-dem… . Il PD ha finito per diventare subalterno - al pari di ogni altro soggetto politico italiano della Seconda Repubblica - ad una ideologia dogmatica e pervicace quanto subdola e pervasiva nelle sue versioni di sedicente destra, centro o sinistra. Ci riferiamo all'ideologia neoliberista, neoaristocratica e postdemocratica, che attualmente egemonizza tanto il processo di (dis) integrazione e (dis) unione europea, quanto una globalizzazione di merci e capitali (su cui non obietteremmo, qualora le regole fossero davvero quelle del libero mercato e non invece di matrice oligopolista) che non è ancora anche globalizzazione di diritti universali, democrazia sostanziale e prosperità diffusa. Il PD ha abdicato, sia in Italia che in Europa (in seno al PSE), a qualsivoglia paradigma alternativo a quello vigente. Il PD ha rinunciato ad impegnarsi per costruire un'Italia e un'Europa fondate su valori sostanzialmente politici, democratici, progressisti e socialmente equi. Da Veltroni a Franceschini, da Bersani a Renzi, nonostante la differenza di personalità di coloro che hanno rivestito la carica di segretario, la struttura portante del progetto è rimasta sempre la stessa: formalistica, oleografica, velleitaria e irrilevante rispetto ai grandi processi storici che negli ultimi anni hanno aumentato le disuguaglianze sociali, indebolito la rappresentatività del Popolo Sovrano, pregiudicato il futuro di intere generazioni, mortificato il ruolo delle istituzioni politiche rispetto a poteri tecnocratici visibili e a più discreti gruppi (privati) di potere sovranazionale. Eppure, il sogno di quello che avrebbe potuto essere "un diverso PD" alberga ancora nell'animo di molti italiani. Gli stessi che alle ultime elezioni europee del 2014 diedero il 40,81% di suffragi al PD di Matteo Renzi e gli stessi che - al pari dell'attuale dirigente M5S Alessandro Di Battista - un tempo avevano scommesso sul Partito Democratico nascente, alle cui primarie voleva addirittura partecipare il padre-fondatore del M5S: Beppe Grillo. 
Auguriamo all'attuale PD di ritrovare la prospettiva che avrebbe dovuto guidarlo/ispirarlo sin dall'inizio (smarrita in questi anni), ma nel contempo intendiamo offrire all'elettorato italiano stanco o deluso tanto del centrosinistra che del centrodestra della Seconda Repubblica (e/o che non dovesse essere sicuro che basterà il M5S a garantire un futuro migliore all'Italia) la prospettiva nuovissima e lungimirante del Partito Democratico Progressista. Il PDP: un Partito nuovo di zecca, alla cui costituzione e costruzione potranno partecipare da protagonisti, alla pari, tutti i cittadini e le cittadine italiane che vorranno iscriversi alla sua Assemblea Costituente. Per diventare costituenti del PDP, si seguano le semplici istruzioni illustrate su www.partitodemocraticoprogressista.it . Il progetto del PDP nasce per ispirazione di alcuni appartenenti al MR, ma sarà una casa completamente diversa e distinta del metapartitico e trasversale Movimento Roosevelt (www.movimentoroosevelt.com ) che ha altre (e non meno importanti) battaglie da combattere, con metodologie diverse. Piuttosto, il PDP è tutto da costruire e i suoi organi dirigenti ancora da definire, votare e legittimare. Costruiamolo insieme, dalle fondamenta al tetto…»