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Egregio Direttore,

innanzitutto Le faccio i miei complimenti per il suo lavoro: soprattutto per le sue nette e chiare prese di posizione che tendono a non guardare in faccia a nessuno espresse negli ultimi anni e negli ultimi tempi ad ampio raggio che riguardano principalmente l’Italia e l’Europa.

Il fatto che nel nostro Paese ci sono troppe cose che non vanno, lo sappiamo in tanti (questo perché la fame e la disperazione hanno fatto ingresso nelle case di svariati milioni di persone senza chiedere “permesso”: la fame ha modificato le abitubini ed anche il pensiero di tanti che MAI avrebbero immaginato...): quello che in tanti non sanno è cosa effettivamente non va bene e perché.

Le scrivo perché vorrei Lei affrontasse anche l’attualissimo “caso Roma”: città in blocco da diversi mesi... sarebbe corretto dire alcuni anni!

Come sicuramente saprà, la partita a Roma si gioca principalmente riguardo alla possibilità delle olimpiadi che darebbero lavoro a decine e decine di migliaia di persone e lustro alla città.

La partita a Roma la giocano il Movimento Cinque Stelle ed il Movimento Roosevelt.

L’uomo per Roma è Nino Galloni (ne hanno parlato anche il Corriere della Sera, Repubblica, il Messaggero, Affari Italiani, Colors Radio, Byoblu, Tagadà su LA7 ed altri).

La descrizione di Nino Galloni divulgata dal Corriere Roma: «Economista e insegnante, oggi sindaco dell’Inail e presidente del Centro Studi Monetari: Antonino Galloni, detto Nino, figlio di Giovanni esponente della Dc e vicepresidente del Csm, è stato prima ricercatore a Berkeley e poi docente alla Sapienza, alla Luiss, all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il curriculum è da uomo dell’establishment, eppure quello di Nino Galloni è il nome che circola più insistentemente nel M5S per la successione del dimissionario Marcello Minenna all’assessorato al Bilancio della giunta Raggi.»

Tutto “parte” da molto lontano, prima ancora della nascita ufficiale del Movimento Roosevelt (il Movimento Roosevelt è stato ufficialmente costituito a Perugia il 21 marzo 2015).

Senza spingermi molto indietro, faccio riferimento al passaggio finale dell’intervista “Passaparola: Gli italiani bambinoni deficienti governati da massoni - di Gioele Magaldi”, pubblicata in data 5 gennaio 2015 sul blog del Movimento Cinque Stelle (http://www.beppegrillo.it/).

Gioele Magaldi terminava la sua intervista con le seguenti parole: «Se il Movimento Cinque Stelle accetterà di dialogare e di allearsi con chi li considera meno peggio nel panorama politico italiano, noi potremo avere una svolta politica importante, altrimenti si rischia di congelare milioni di voti che credono e hanno creduto, giustamente, al Movimento Cinque Stelle come fattore di rinnovamento.»

Sono trascorsi quasi due anni...

Come ho affermato in precedenti pubblicazioni: «Per spiegare tutto quello che accadde dal 5 gennaio 2015 (giorno successivo dell’intervista a Gioele Magaldi sul blog del Movimento Cinque Stelle) ad oggi, avrei bisogno di svariate decine di migliaia di pagine.

Cercherò di essere molto breve...

Il 21 marzo 2015, a Perugia, nasce il metapartitico Movimento Roosevelt.

Il giorno del congresso costitutivo, il metapartitico Movimento Roosevelt, aveva immediatamente fatto sapere senza troppi mezzi termini che intendeva da subito contrastare in un’ottica locale e globale il falso mito dell’austerità.

Il metapartitico Movimento Roosevelt, in occasione della sua fondazione, chiese nell’immediato ai Partiti di abbandonare le cattive politiche improntate alla difesa di un assurdo “rigore nei conti”  che, secondo le logiche rooseveltiane-keynesiane, aveva notevolmente aggravato la recessione in Italia e in Europa - specialmente in tutti i Paesi della zona Euro - e in diversi altri Paesi del Mondo. Inoltre, sempre nel giorno della fondazione, il metapartitico Movimento Roosevelt affermò che avrebbe conservato anche in futuro la sua natura metapartitica ma, nel caso in cui i principali Partiti italiani ed europei non avrebbero radicalmente cambiato le politiche macro-economiche che ci hanno accompagnato negli ultimi venti anni, portandoci in un clima di vera e propria macelleria sociale, si sarebbe riservato il diritto di trasformarsi in un vero e proprio Partito.

Il metapartitico Movimento Roosevelt, quindi, ufficialmente costituito a Perugia il 21 marzo 2015, come aveva sintetizzato il Presidente Gioele Magaldi: “ha natura politica metapartitica, con l’intenzione di aggregare i progressisti, i democratici e i libertari di sensibilità socialista (in senso democratico-liberale) di tutte le latitudini politiche, civili e culturali”».

Il metapartitico Movimento Roosevelt aveva fatto sapere sin dall’inizio (sarebbe più corretto dire ancora prima di iniziare...) che “riconosceva” e “vedeva” nel Movimento Cinque Stelle uno dei suoi interlocutori privilegiati.

Il 28 novembre del 2015, dalle pagine del sito ufficiale del Movimento Roosevelt (http://www.movimentoroosevelt.com/), venne diffuso il seguente comunicato: “NINO GALLONI candidato Sindaco di Roma. Una istituenda Coalizione Roosevelt per un New Deal di Roma Capitale, che vorrebbe includere Movimento 5 Stelle, Movimento Roosevelt, le migliori forze della società civile e i veri democratici di sedicente sinistra, centro e destra.”

Come ebbi a spiegare: «Il progetto per “Nino Galloni candidato Sindaco di Roma” alla fine è andato in porto in maniera differente: non con la diretta candidatura di Nino Galloni al Comune di Roma, ma attraverso quello che il Presidente del Movimento Roosevelt Gioele Magaldi aveva definito: “possibile dialogo a distanza con la nuova Giunta guidata da Virginia Raggi, nel segno del lavoro di monitoraggio civico che il Comitato per un New Deal di Roma Capitale e per Nino Galloni Sindaco si appresta a inaugurare”».

Il possibile dialogo a distanza con la nuova Giunta guidata da Virginia Raggi è arrivato dopo appena un mese dalla vittoria delle elezioni comunali del Movimento Cinque Stelle (precisamente il 20 luglio 2016) e poco dopo l’insediamento della Giunta di Virginia Raggi, direttamente da parte di Nino Galloni.

Le sue “pesanti” proposte sono piombate sulla capitale come un “atomica”.

Non posso NON fare a meno di postarLe il pezzo di Nino Galloni contenente i dettagli di alcune proposte (di seguito il pezzo).

Proposta di Nino Galloni al Sindaco Virginia Raggi

Nel pezzo “Roma: nuove tecnologie e ‘moneta locale’ per eliminare i rifiuti e tappare le buche. Possibili proposte per la neo sindaca, Virginia Raggi”, Nino Galloni, scrive: «In circa trent’anni, siamo passati dai vecchi e inquinanti inceneritori ai termovalorizzatori, essi pure inquinanti, che richiedono una forte selezione dei materiali da introdurre fino a giungere, da qualche anno a questa parte, ai moderni apparati di pirolisi.

Con questo straordinario progresso tecnologico si è giunti al punto che le emissioni inquinanti sono state totalmente sostituite da un gas utilizzabile per produrre energia elettrica, a costo zero.

I pirolizzatori possono, inoltre, venir alimentati con qualunque materiale, sicché si può parlare di rifiuti zero.

A livello macroeconomico ciò significa riutilizzare e non disperdere il 43% della intera nostra produzione oggi destinata a spreco, ingombro, inquinamento, e ai costo di smaltimento.

A livello microeconomico, tali nuovi ed innovativi apparati cominciano a produrre reddito (uguale al valore dei kwora generati) nell’arco di dieci anni nel corso dei quali il costo dell’investimento é ammortizzato applicando le attuali tariffe di smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

I vantaggi sono ambientali, perché non vi é più inquinamento, diminuisce il traffico (dei camion), non ci sono più cassonetti; sociali, perché i cittadini conferiscono la loro parte di risorse e ottengono voucher per l’energia elettrica o altro (compresi sconti su tariffe varie); politici, perché si sottrae alle mafie locali tutta la catena dei rifiuti.

Se poi gli apparati di pirolisi fossero addirittura forniti dallo Stato, o dagli enti locali, i vantaggi economico finanziari risulterebbero anticipati.

Orbene, poiché a Roma si parla - anche dai tempi della campagna elettorale - della possibile sinergia da raggiungere tra AMA e ACEA, sembrerebbe logico pensare che ci si possa/debba muovere in tale direzione, che si può sintetizzare nella formula di scambio risorse energia.

Se, poi, si dice che dalla riduzione dei dividendi per i privati si potrebbero ricavare risorse da destinare anche alla manutenzione delle strade, occorre tenere ben presenti alcuni passaggi per evitare che il titolo cada in Borsa.

Per società quotate in borsa come ACEA conta il rendimento, soprattutto quello netto o ROE (Return On Equity). Se il rendimento cala (magari perché si stanno facendo buoni investimenti, ma a redditività differita e, peggio, autofinanziati) la speculazione al ribasso si scatena. Viceversa, se un’azienda di public utility annuncia che toglierà l’acqua agli utenti più periferici e disagiati (o, il che é lo stesso, un aumento generalizzato o discriminatorio delle tariffe), il titolo guadagnerà in borsa.

Oggi, un’eccezione parziale e momentanea a tali possibilità potrebbe esser data, però, dal favore e dalle simpatie di cui godono la attuale Sindaca e il M5S. Elementi che potrebbe portare i soci privati ad accettare un’ipotesi di coinvolgimento, ancorché destinato a ridurre i compensi delle loro quote, anche per evitare un deprezzamento eccessivo del titolo.

Una mera ipotesi che, però, potrebbe ben presto trasformarsi in un’arma di ricatto.

Portare in borsa le aziende di pubblica utilità é stata una follia, ma adesso ci stanno. Allora, delle due l’una: o si propongono politiche che fanno deprimere massicciamente il titolo in borsa e poi l’ente pubblico ricompra per una miseria; oppure, si propongono politiche che tra il contributo pubblico e quello privato rendono compatibile il miglioramento del servizio (acquisendo le tecnologie più avanzate) e la valorizzazione dell’azienda.

Per quanto riguarda l’indispensabile risistemazione delle strade romane, le risorse potrebbero venire dall’introduzione di una moneta comunale (BAC: buoni di acquisto comunali) utilizzabili anche per il salario dei lavoratori che potrebbero essere strappati alla loro condizione di disoccupato.

Contemporaneamente, il Comune attiverebbe nuovi servizi a pagamento (ad esempio, asili nido) le cui tariffe andrebbero pagate dalle famiglie, o dagli utilizzatori di tali servizi, parte in Euro e parte in BAC.

I BAC sarebbero acquistabili tra quelli erogati ai lavoratori impegnati nella risistemazione delle strade.

Risultato, il Comune, senza scucire un solo Euro, riuscirebbe ad assicurare la manutenzione delle strade, il reddito ed il lavoro ai disoccupati, ad aprire  gli asili nido necessari.

Cerchiamo, allora, di vedere i vari concreti passaggi e le due possibili, convergenti, soluzioni.

Il Comune predispone un bilancio parallelo e autonomo rispetto a quello soggetto al fiscal compact. In esso, tra le voci che indicano i proventi, ci sono:

1) le entrate derivanti dal pagamento di servizi aggiuntivi (nuovi asili nido e non solo) pagati dagli utenti 50% in Euro e 50% in BAC;

2) stanziamenti del Comune per l’acquisto di materiali e strumenti per la pulizia e manutenzione strade;

3) eventuali altre entrate da crowfunding, ovvero storni da ACEA ed AMA;

4) la emissione dei BAC (nei limiti del pagamento dei disoccupati - tecnici e operatori disponibili - che svolgono manutenzione delle strade).

Per la parte delle spese:

1) materiali e strumenti per la manutenzione delle strade;

2) pagamento ex disoccupati in BAC (che li venderanno agli utenti dei servizi aggiuntivi o li utilizzeranno direttamente presso esercizi convenzionati che li riutilizzeranno, a loro volta, per pagare tariffe relative ai servizi comunali aggiuntivi stessi);

3) pagamento operatori dei servizi aggiuntivi in Euro.

Oppure, si può partire da disoccupati disponibili, tecnici, eccetera, pagati in BAC. Si attivano servizi aggiuntivi solventi che gli utenti dovranno pagare al 50% in Euro ed al 50% in BAC. Va da sé che il livello della disoccupazione riassorbibile (tramite il lavoro delle strade) corrisponde alla quantità di risorse pari al 50% delle tariffe pagate dagli utenti che, come si è visto, vengono pagate in BAC.»

In una serie di interviste, Nino Galloni, Vicepresidente e Supervisore economico del metapartitico Movimento Roosevelt, ha fatto sapere che potrebbe - a certe condizioni - supportare generosamente la Giunta di Virginia Raggi Sindaco di Roma, accettando la nomina ad Assessore al Bilancio, onde attuare una feconda svolta keynesiana e Rooseveltiana nella governance della Capitale d’Italia.

Come se non bastasse, Gioele Magaldi, il Presidente del metapartitico Movimento Roosevelt, in un passaggio della sua “Riflessione pubblica all'attenzione di Virginia Raggi (Sindaca di Roma), Daniele Frongia (Vicesindaco), Beppe Grillo (ispiratore, fondatore e padre nobile del Movimento 5 Stelle) e di tutti i pentastellati che abbiano a cuore la sorte di Roma e dell'Italia” (riflessione dove, tra l’altro, anticipa una sua intervista che uscirà a breve, oltre ad una serie di Lettere Aperte già promesse, che verranno inviate all'indirizzo dei summenzionati Virginia Raggi, Daniele Frongia, Beppe Grillo e degli altri principali protagonisti di area M5S...), ha affermato: «Se Virginia Raggi, Daniele Frongia, Beppe Grillo, Davide Casaleggio e tutti coloro che hanno voce in capitolo nella vicenda politica M5S a Roma (esclusi quei “big” pentastellati romani e non che hanno in odio la Raggi...) non sono ancora convinti delle limpide proposte politiche keynesiane di Galloni e del MR, si scelgano un altro assessore.

Non stiano a scomodare Galloni.

Se Raggi, Frongia & Company non comprendono sino in fondo il valore inestimabile delle proposte rooseveltiane e galloniane, che sono: moneta complementare e “olimpica”; rigenerazione di tutti gli impianti sportivi romani con infrastrutture annesse; Olimpiadi popolari “di un nuovo tipo”, con atleti anche amatoriali e realizzando eventi decentrati sul territorio laziale, a partire dalle zone terremotate che ne trarrebbero grande beneficio e conforto; decisiva risoluzione del problema “rifiuti”, di quello “trasporti” e della grande questione delle aziende partecipate, mettendo in campo le specifiche proposte e “risorse” rooseveltiane in merito, allora nominino un altro qualsiasi Assessore al Bilancio.

Anche perché Galloni non andrà a fare la “foglia di fico” o “la bella statuina”.

Galloni accetterà l'eventuale nomina solo a certe, precise, condizioni politiche.

Del resto, la previsione che faccio oggi si avvererà al pari di quella che feci/facemmo a suo tempo, quando avevamo proposto una larga Coalizione MR-M5S-progressisti romani a supporto di Nino Galloni Sindaco, con Virginia Raggi Vicesindaco e Daniele Frongia Capo di Gabinetto o Assessore di peso.

All'epoca prevedemmo che il M5S non avrebbe potuto governare la complessità dei problemi di Roma in modo autoreferenziale e settario, rifiutando la nostra collaborazione (peraltro generosa e disinteressata come poche).

La democrazia è fatta di collaborazione e alleanze tra diversi, latori di skills complementari, non di settarismo demonizzante che divida il Mondo in assolutamente “puri” e assolutamente “impuri”.

Adesso la previsione è questa: a meno che la Giunta Raggi non voglia sprofondare nella palude in cui si è messa, trascinando con sè anche tutte le ambizioni nazionali del M5S, prima o poi (se non sarà con questo turno di nomine, avverrà più avanti, quando vi saranno nuove dimissioni e crisi ancora più gravi...) dovrà accogliere nel suo seno Nino Galloni, implementandone le semplici ma risolutive proposte per la rigenerazione rooseveltiana e keynesiana di Roma Capitale.»

Perché ho deciso di scriveLe? Semplicemente per quello che affermavo all’inizio della “lettera”: «Per le sue nette e chiare prese di posizione che tendono a non guardare in faccia a nessuno espresse negli ultimi anni e negli ultimi tempi ad ampio raggio che riguardano principalmente l’Italia e l’Europa.»

Direttore, mi auguro Lei possa avere anche una netta presa di posizione sul “caso Roma” (sempre senza guardare in faccia a nessuno ed allo stesso tempo guardando in faccia a tutti - quando si parla di Roma, di questo si tratta...), ospitando i protagonisti da me citati in uno “Speciale Roma”.

Il compito di ogni giornalista che si rispetti dovrebbbe essere quello di fare chiarezza, sempre.

Riguardo al “caso Roma” abbiamo assistito a tre mesi di NON chiarezza, praticamente su nulla: i cittadini devono essere informati su quel che sta accadendo.

Quindi, mi chiedo e Le chiedo: perché non pensare ad una trasmissione ed invitare tutti i massimi “interessati” al “caso Roma”?

Le chiedo: perché non pensare ad una trasmissione ed invitare Virginia Raggi (Sindaca di Roma), Daniele Frongia (Vicesindaco di Roma), Gioele Magaldi (il Presidente del metapartitico Movimento Roosevelt) e l'economista Nino Galloni (Vicepresidente e Supervisore economico del metapartitico Movimento Roosevelt) ?

Come scrissi in un mio pezzo: «Nino Galloni è davvero la “realissima possibilità” che abbiamo a disposizione per costruire la Terza Repubblica; una Terza Repubblica che metta assieme in poco tempo la moneta ed il “buonismo protettivo” della Prima Repubblica ed allo stesso tempo la “severità” della Seconda Repubblica; una Terza Repubblica che parta proprio attraverso l’applicazione di quel “Piano C” che Nino Galloni spiega a Messora ed è contenuto nel suo libro “L’economia imperfetta”; quel “Piano C”, che ad oggi, sembra essere l’unico realmente applicabile per uscire con “sicurezza” da questa catastrofe europea...».

Si partirebbbe da Roma, per poi andare ovunque.

Ecco: io credo che attualmente questo potrebbe essere uno dei massimi “servizi” che l’informazione potrebbe e dovrebbbe concedere all’opinione pubblica per spiegare “l’alternativa”.

Il “caso Roma” ha bloccato l’Italia: i cittadini devono assolutamente essere informati su quel che sta accadendo e su cosa ne sarà di Roma, quindi dell’Italia e dell’Europa: é tutto collegato...

Sperando in una sua risposta positiva, La ringrazio anticipatamente.


Vincenzo Bellisario